E’ un classico: facilissimo vedere lato strada, nei parchi e nelle campagne, grandi alberi su cui l’edera sale senza ostacoli attaccandosi ai tronchi e persino ai rami. Ma questa convivenza forzosa può creare problemi agli alberi? Come è opportuno comportarsi in presenza di questa invadente “inquilina” non invitata? Stefano Lorenzi, professionista arboricoltore, racconta sulla rubrica “I Segreti degli Alberi” di Fiori&Foglie come ha affrontato il caso di alcune querce secolari invase dall’edera…
EDERA SUGLI ALBERI
Le quindici grandi Querce facenti parte di un “filare” posto a lato della stradella di ingresso a Borgo Lucignanello Bandini erano in effetti soffocate oltremodo da un’Edera molto, troppo sviluppata. Se l’Edera riesce a prendere il sopravvento sull’albero è perché l’albero glielo permette a causa di una sua situazione di stress. Ci sono meno foglie o più piccole, la luce filtra e l’edera sale. Qui aveva raggiunto gli apici con dimensioni impressionanti, è quindi subito emerso che bisognava intervenire.
Innanzitutto si è cercato di capire a cosa fosse dovuta la situazione di stress delle querce.
Gli alberi sono posti su di una riva di terra che riceve tutta l’acqua che scende dalla collina e che genera una spinta sul terreno rendendolo instabile e creando problemi anche alle piante. Anche per questo motivo una Quercia si era già ribaltata e di conseguenza una aveva già ricevuto le “cure” del contado locale che aveva provveduto a capitozzarla pesantemente. Per fortuna delle altre Querce, tra l’altro davvero maestose e di pregio, la proprietaria del Borgo è persona molto colta e sensibile all’estetica: ha capito subito, sebbene non essendo una tecnica, che la “potatura” era troppo pesante e deleteria. Ha quindi deciso di contattare dei professionisti in arboricoltura.
L’INTERVENTO SUGLI ALBERI
Subito ho deciso di coinvolgere il mio amico e collega Gigi Sani per un’analisi della situazione legata al terreno e allo stato generale degli alberi. Il riscontro è stato positivo per lo stato di salute generale delle Querce, ma si è reso necessario un intervento di canalizzazione delle acque per eliminare l’azione “spingente” dell’acqua sul terreno che le regge. Inoltre è stato prescritto un intervento di alleggerimento delle chiome e di eliminazione dell’edera presente. Lavoro che ho eseguito con l’aiuto dei miei colleghi Riccardo Ferrari, Marco Costantini e Massimiliano Fattori.
QUERCE RINATE
Lavoro impegnativo, ma davvero soddisfacente: gli alberi senza l’oppressione dell’Edera sembrano rinati e, come si evince dalle foto, in pochi mesi hanno ripreso forza. Tornando mesi dopo ho notato subito i vantaggi di cui gli alberi hanno beneficiato: non presentano più microfillia e risultano molto più vigorosi.
ALBERI, UN VALORE SU CUI INVESTIRE
Tutte le volte che mi capita di gestire ed eseguire lavori di questo genere, la soddisfazione che mi pervade è enorme. I motivi sono molteplici, innanzitutto è stimolante e divertente lavorare con colleghi così affiatati. Altra cosa che mi ha contagiato è la signorile sensibilità verso questi alberi da parte della proprietà. Non è una cosa scontata di questi tempi che si investa nel territorio, inteso nella sua accezione più ampia: le Querce non fanno parte del “processo produttivo” della struttura, che è un luogo di ospitalità, ma la proprietà ha capito l’assoluto valore che quegli alberi secolari danno al paesaggio e ci ha voluto investire.
Queste sono cose che a me personalmente riempiono il cuore di speranza, speranza che prima o poi ci si decida a considerare gli alberi non un inutile costo, ma una risorsa sulla quale investire per dei ritorni a medio e lungo termine e non pensando sempre e solo alla questione della sicurezza, importante ci mancherebbe, ma anche ad una vera e propria questione estetica e di qualità alta della vita che gli alberi ci possono regalare in ambiente urbano o rurale.