“Di una bruttezza sconcertante”. “Palo della luce”. “Proprio brutto”. “Malato”. “Orrendo”. “Dove sono gli aghi”. E via di questo passo. La polemica infuria in Rete da quando, qualche giorno fa, chi attraversava piazza Duomo ha assistito all’arrivo del grande abete natalizio tradizionalmente collocato di fronte alla Cattedrale in centro a Milano. L’albero di Natale di quest’anno infatti non appariva granché imponente agli osservatori: i rami della conifera erano presenti solo in cima, mentre lungo il tronco erano corti e spogli. Una ben magra figura per il simbolo di una sentita festa che per la prima volta dopo 7 anni di crisi sta regalando lievi cenni di ripresa economica. Ovviamente le foto hanno fatto il giro della Rete e in primis dei social: il post dedicato al tema dal Comune di Milano ha fatto così il pieno di commenti ironici, mentre “Il milanese imbruttito” non si è fatto certamente scappare l’opportunità per il paragone con quello del 2012, considerato nettamente superiore.
Il Comune ha subito risposto e spiegato: “Siamo nella fase di montaggio: come avviene ogni anno, i rami vengono tagliati o piegati per il trasporto e poi sistemati durante il montaggio e la vestizione dell’albero. L’abete rosso proviene da un bosco del Trentino, gestito dal Corpo Forestale dello Stato. È quindi un albero certificato e già inserito nel piano di manutenzione boschiva. Una volta completato sarà avvolto da duemila decorazioni luminose a basso consumo e da oltre mille ‘star-flash’, che lo renderanno particolarmente luminoso.”
Però però, il Comune ci concede un piccolo “ma”? Gli alberi sono esseri viventi, ormai la nostra sensibilità non ci permette più di considerarli dei semplici oggetti. L’idea che si debbano “attaccare” i rami ad un esemplare ormai morto non va molto d’accordo con lo spirito delle feste o forse anche solamente con la voglia di ripartire che tutti gli italiani hanno addosso dopo anni di grande sofferenza. Insomma, fa molto “cadavere” con le palline… Inoltre cozza con la “fame” di natura che ogni giorno di più si rinforza nell’animo delle persone, in particolare nelle nostre città che se ne sono tanto allontanate. Forse l’anno prossimo si potrebbe pensare a qualcosa di diverso?