Fiori e Foglie

Ultimi studi: piante più ghiotte di Co2 per noi

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Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze americana (Pnas), nell’ultimo secolo le piante sono riuscite ad assorbire un terzo dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dall’uomo nell’intero Pianeta. E per farlo hanno modificato a livello molecolare il loro stesso modo di “respirare” e nutrirsi, ovvero la fotosintesi clorofilliana. La fondamentale ricerca è stata condotta dalle università svedesi di Umea e delle Scienze agricole utilizzando una tecnica di indagine all’avanguardia. Il risultato, vitale da recepire in tempi di Cop21, getta per la prima volta le basi per stabilire una relazione diretta fra comportamento delle piante e cambiamenti climatici, rendendone sempre più evidente l’importanza per noi e per l’ambiente.

A raccontare il modo in cui le piante hanno reagito all’aumento della CO2 nell’atmosfera sono stati i campioni conservati negli erbari del ‘900, analizzati con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr). Si tratta anche del primo studio che basa l’analisi del metabolismo delle piante su dati storici, anziché su simulazioni.

Determinando le proprietà fisiche e chimiche dei nuclei atomici o delle molecole, la tecnica ha permesso di individuare le tracce che, a livello atomico, documentano i cambiamenti avvenuti nel metabolismo di numerose specie di piante tipiche della zona temperata. Le tracce individuate nelle piante hanno permesso di studiare in particolare il rapporto tra la fotosintesi e la fotorespirazione: i dati raccolti indicano che lo spostamento dell’equilibrio di questi delicati meccanismi attuato dalle piante ha permesso loro di assorbire un terzo delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo, smorzando in questo modo l’impatto dei cambiamenti climatici.

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