La prima raccolta sperimentale dell’uva cresciuta in serra ha rivelato nei grappoli un livello di zucchero più alto del previsto e pH e acidità adatti alla produzione di vino. Le serre sono in grado di simulare la stagione ideale per la crescita delle viti lungo tutto l’arco dell’anno, e ridurre il tempo necessario ai nuovi vigneti per entrare in produzione.
“Abbiamo scoperto che le viti possono crescere da due a tre volte più in fretta rispetto all’aperto. Possiamo anche simulare l’equivalente di due o tre stagioni di crescita all’anno, in modo da portare nuovi vigneti in produzione solo in uno o due anni – spiega Sharifi “Questo raddoppia o addirittura triplica i rendimenti annuali, compensando il costo aggiuntivo della serra necessaria per la produzione indoor”.
Un fattore chiave? Il terreno di coltura: Sharifi ne ha creato uno speciale, studiato espressamente per la vite e arricchito con sostanze naturali per permettere alle piante di crescere rapidamente in ambienti chiusi: “Abbiamo creato e testato una formula che sembra funzionare alla grande e fornisce sostanze nutritive alle viti per un lungo periodo di tempo“. Sostenuta dal Natural Sciences and Engineering Research Council, la tecnica sperimentale di Mehdi Sharifi potrebbe aprire nuovi scenari nella produzione vitivinicola di paesi sfavoriti. in cui le avverse condizioni climatiche limitano pesantemente le rese produttive di uve da vino.