La malattia si combatte anche con il verde che, aumentando la qualità di vita dei pazienti, permette loro di affrontare e vivere meglio la condizione di cui sono vittime. Stanno nascendo così gli healing gardens, giardini e orti concepiti espressamente per patologie, anche molto specifiche come l’Alzheimer, di cui si è celebrata ieri, 21 settembre, la Giornata Mondiale. Nel mondo le persone affette da Alzheimer sono 46 milioni – di cui 600.000 in Italia – e solo nel corso del 2015 si sono verificati più di 9,9 milioni di nuovi casi di demenza a livello mondiale, cioè un nuovo caso ogni 3,2 secondi. Certamente la scienza troverà una cura, ma nel frattempo milioni di famiglie si confrontano con l’enorme pena di una malattia che porta via tutto – mente, corpo, sentimenti, affetti – ai loro cari. Ma cosa può offrire un giardino terapeutico ad un malato di Alzheimer?
Per calmare l’ansia che porta i malati a cercare vie di fuga perdendo il senso dell’orientamento, questi spazi verdi sono progettati con percorsi limitati e ben delineati in cui è impossibile perdere la via del ritorno. Inoltre si evitano elementi che possano spaventare, come i muri vegetali creati con alte siepi, posizionando molte panchine per il riposo lontane da alberi imponenti o arbusti che possano intimidire. In questi giardini, creati in luoghi lontani dal rumore del traffico, il sereno contatto con la natura permetterà non solo al malato ma anche alla persona che si prende cura di lui/lei di rilassarsi e godere di una parentesi di calma, lontano dai pericoli della quotidianità.
Gli effetti positivi dei giardini terapeutici sui malati sono sempre più apprezzati, così che molte strutture come ospedali e luoghi di cura stanno cercando di creare questi spazi per dare maggior benessere e sollievo psico-fisico ai degenti e ai loro famigliari.