E’ un’invasione: sono centinaia le cimici marroncine che in queste settimane stanno facendo rabbrividire – con la loro sgradevole massiccia presenza su infissi, porte e persiane, signore disperate armate di scopa e spugnetta. Se è vero che l’avvicinarsi dell’inverno ha sempre visto in questo periodo le classiche cimici verdi entrare più spesso in casa, queste cugine arrivate da lontano ce le stanno facendo sicuramente rimpiangere. L’ospite sgradito è la cimice asiatica: abbiamo chiesto di lei ad un esperto di insetti, l’entomologo Niccolò Patelli: e purtroppo, ve lo diciamo subito, le notizie su questa cimice non sono particolarmente buone per noi…
Niccolò, puoi spiegarci il fenomeno dell’invasione nelle nostre case della cimice asiatica?
Purtroppo la cimice asiatica (Halyomorpha halys) è ormai arrivata e si trova stabilmente nella nostra penisola da almeno 4 anni. Il primo esemplare è stato ritrovato da un mio compagno di università nel 2012, dopodiché la cimice si è ambientata facilmente e rapidamente a causa della sua estrema adattabilità e polifagia: è infatti un insetto in grado di nutrirsi di tantissime specie vegetali.
Come mai in queste settimane cercano di entrare in massa nelle nostre abitazioni?
A fine estate, questa cimice tende a cercare riparo dal freddo all’interno delle case, ed è per questo che ne troviamo così tante nelle nostre abitazioni, in questo periodo. Nelle campagne nei dintorni di Nonantola, nel modenese, ho visto le case letteralmente coperte da queste cimici, le quali cercano riparo in ogni anfratto, dalle zanzariere agli scuri e, quando possono, entrano in casa.
Le cimici nostrane (principalmente Nezara viridula e la cimice marmorizzata Raphigaster nebulosa) sono meno polifaghe, si riproducono più lentamente e tendono a scegliere ripari naturali come le corteccia degli alberi invece che le nostre case. Sono più abituate agli inverni freddi, mentre la cimice cinese, proveniente dalle zone calde del sud della Cina, preferisce temperature più miti e quindi cerca riparo nelle case. Inoltre, il cambiamento climatico ha giocato un ruolo fondamentale, in quanto il clima che si è venuto a creare rende molto più facile per questo insetto adattarsi al nostro ambiente.
C’è qualcosa che possiamo fare per evitare questa invasione?
Purtroppo c’è poco che possiamo fare, le zanzariere possono aiutare, ma in alcuni casi diventano il luogo preferenziale dove si annidano, stesso vale per gli scuri e le persiane. Anche gli insetticidi fanno ben poco, spesso le cimici sono resistenti e comunque si tratta di veleni che inquinano l’ambiente. Per eliminarle, la cosa migliore rimane raccoglierle con un fazzoletto di carta e gettarle nel water. Il problema vero è che non abbiamo dalla nostra parte nemici naturali che combattano efficacemente questa invasione. Esiste una mosca, Trichopoda pennipes, che parassita molte cimici, tra cui la nostrana cimice verde, ma non sembra avere impatto sulla cimice cinese. Esiste anche una vespa parassitoide, Trissolcus japonicus, che si nutre delle uova della cimice cinese nella zona di origine, ma non è legato solamente alla cimice cinese e quindi una eventuale introduzione potrebbe portare problemi a specie nostrane che comprendono anche alcuni importanti insetti predatori.
La cimice asiatica può essere pericolosa o dannosa per gli animali domestici?
Per gli animali domestici la cimice asiatica non è assolutamente pericolosa, non potrebbe fare loro alcun male. Il mio gatto, dopo la prima spruzzata maleodorante, ha ben pensato di stare alla larga da loro! Invece danni e molti questa cimice li fa alle piante, in particolare agli alberi da frutto. In Emilia Romagna ha causato ingenti danni a pere, mele, pesche e personalmente l’ho vista nutrirsi dei frutti della Nandina, una comune pianta ornamentale che molti di noi hanno in giardino e balcone.
Dalle tue parole, Niccolò, non sembra ci sia molto che possiamo fare!
In effetti per il momento no, Daniela, ma è in corso da tempo uno studio attento, portato avanti in particolare dalla professoressa Lara Maistrello dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per trovare un efficace sistema di difesa contro questa cimice. Un metodo che potrebbe risultare efficace cerca di neutralizzare il sistema che le cimici usano per riprodursi in modo da creare quella che si chiama “confusione sessuale”, rendendo più difficile che il maschio incontri la femmina e di conseguenza impedendone la fecondazione. Bisogna però tenere conto che la cimice asiatica è venuta per restare, quindi possiamo solo sperare che il livello di infestazione e danno alle colture si affievolisca e scenda di livello proprio come è accaduto qualche anno fa negli Stati Uniti.
Ulteriori info
Pubblicato dalla Fondazione Fojanini di studi Superiori della Provincia di Sondrio, è consultabile online il documento “Halyomorpha halys: l’invasione del N-Italia, guida al riconoscimento”
L’allarme della Coldiretti sulla cimice asiatica: minacciati i raccolti di pere, mele, kiwi, uva, mais, soia in in Veneto, Friuli, Piemonte e Lombardia