Fiori e Foglie

Pochi soldi, il Sindaco del Cremonese pota gli alberi di persona

potatura_faidate510Ha deciso di provvedere lui stesso e con l’aiuto di un assessore, si è armato di motosega e ha potato di persona le piante del parco del Comune. Il primo cittadino, nello specifico il Sindaco di Gombito, piccolo comune del Cremonese, si è infatti improvvisato potatore a causa delle magre finanze dell’amministrazione. Ma la mossa non è passata inosservata: denunciati dall’opposizione, i due sono stati multati per la somma di 3mila euro in quando hanno agito su piante di proprietà comunale senza aver sostenuto i corsi di formazione previsti per questa attività. Ma in questi giorni ecco la levata di scudi dell’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani, che scrive una lettera in difesa del “sindaco potatore”…

“(…) Ogni giorno – scrive l’Anci – gli amministratori devono scontrarsi con una mentalità burocratica. Nel frattempo le buche si allargano, l’erba cresce e i rami delle piante si ingrossano diventando più pericolosi. Ed un sindaco non ha nessuno a cui delegare la risoluzione del problema. Ciò che è accaduto al sindaco del Comune di Gombito, paese di 700 abitanti in provincia di Cremona, è proprio questo, ovvero un amministratore, mosso dal solo senso civico che, nel suo giorno libero, imbraccia gli attrezzi per potare qualche pianta non pensando che al bene dei suoi concittadini”.

L’Anci ha inviato la sua lettera al ministro per gli Affari regionali, al presidente della Regione Lombardia, al direttore dell’Inail di Cremona e al prefetto. Però tanta indignazione è difficile da spiegare. Il sindaco non potrebbe ottenere lo stesso consenso se, dalla sera alla mattina, pensasse di scrivere ricette come medico i suoi concittadini (per sostituire i costosi servizi sanitari) oppure di progettare strade pubbliche come fosse un ingegnere – risparmiando sui costi delle perizie… Il problema è che, in totale buona fede, farebbe danno in quei ruoli per cui non ha alcuna preparazione esattamente come ne ha fatti sugli alberi che ha potato.

Intervenire sugli alberi senza quel bagaglio di informazioni che indica se (prima di tutto), dove e come tagliare – un sapere che si acquisisce con studio, approfondimento ed esperienza – è l’origine di tutti i danni che il verde pubblico paga poi con gli extracosti che finiscono sulle spalle dei cittadini. Potare le piante non è solo tagliare del legno usando il buonsenso: è qualcosa di molto più complesso. I tagli errati possono pregiudicare la salute della pianta, un essere vivente, e, cosa ben più pericolosa, la sua stabilità. Non per niente esiste la figura dell’arboricoltore, professionista deputato a questo mestiere: a che servirebbe se chiunque potesse eseguire questo compito? Per non parlare dei criteri obbligatori di sicurezza personale che di sicuro i due volenterosi non hanno applicato.

In definitiva un gesto pur comprensibile umanamente stimolato dalla difficile congiuntura economica può trasformarsi purtroppo in un ulteriore aggravio di costo per la comunità e in definitiva, in una potenziale minaccia per chi frequenterà quel parco pubblico.

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