Fiori e Foglie

Natale tricolore: festeggiamolo con 7 piante Made in Italy!

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Le piante sono cultura. Portano con loro la storia e le tradizioni della loro terra di origine. E il Natale con il suo Albero ci ricorda in modo tangibile il nostro profondo legame con la terra e la natura. Allora perché non riscoprire le piante “natalizie” tipiche del nostro territorio? Se infatti ci pensate la stella di Natale è messicana, le orchidee arrivano dall’Oriente e dall’America centrale, il cactus di Natale, dai bei fiori rosa o rossi, è di origine brasiliana. Abbiamo dunque chiesto ai Garden Viridea 7 piante del Natale italiano, simbolo di forza, rinnovamento e speranza: ecco i loro nomi e i loro significati…

Prima e durante le feste natalizie, i vivai sono affollati di piante bellissime, magari prodotte in Italia, dove abbiamo una prestigiosa tradizione florovivistica, ma di origini lontane. Può essere invece piacevole e interessante pensare agli auguri sul filo delle tradizioni italiane. Ecco un breve viaggio per conoscere le specie vegetali più famose: saranno un bel segno di profondo legame con il nostro territorio, con le tradizioni italiane e regionali e con la storia della nostra cultura.

IL MAGICO AGRIFOGLIO
Già in epoche molto lontane, nelle culture di Greci ed Etruschi, era considerato una pianta magica: le pungenti foglie simboleggiano la difesa da tutto ciò che è pericoloso ed ostile; la sua natura di sempreverde è simbolo di forza e di rinascita. In seguito, divenne un simbolo del Natale cristiano, espressione del perdurare della fede e della speranza durante l’oscurità e il freddo invernale. L’agrifoglio, Ilex aquifolium, è spontaneo in Italia e in Sicilia c’è l’esemplare più antico: un grande cespuglio spinoso che sembra abbia più di 900 anni.

LA FORZA DELL’ABETE 
In Italia ci sono varie specie spontanee; quello normalmente usato come albero di Natale è Picea abies, l’abete rosso, presente lungo tutto l’arco alpino e coltivato in vivai forestali negli Appennini. L’abitudine di decorare l’abete risale a epoche remote, già lo facevano i Celti; in Italia questa tradizione si è diffusa in modo massiccio negli anni ’50, si dice che il primo abete decorato fu quello della Regina Margherita di Savoia, moglie del Re Umberto I. L’abete è simbolo di vita e di capacità di resistere alle avversità.

IL VISCHIO E’ AMORE ETERNO
Un tempo era facile trovare il vischio aggrappato ai rami di alberi come meli, peri, pioppi, querce, tigli, olmi. Oggi è diventato più raro e pochissimi sono in Italia quelli che ancora lo coltivano (è una pianta parassita che richiede particolari e pazienti tecniche di riproduzione). Chiamato anche pianta della luna per le sue bacche perlacee, il vischio, Viscum album, era pianta magica per gli Etruschi e i celti, e in seguito per i Romani; ancora oggi, la leggenda vuole che chi si bacia o si abbraccia sotto il vischio abbia protezione, pace e fortuna. La pianta esprime la vittoria della vita e dell’amore, che sconfigge anche la morte.

L’INTELLIGENTE ALLORO
Pianta della macchia mediterranea italiana, l’alloro o lauro, Laurus nobilis, era già scelta dai Romani come omaggio al coraggio e alla perseveranza, come simbolo di vittoria e di gloria ed espressione dell’intelligenza. In Liguria si usava decorare l’alloro come si fa oggi con l’abete, con limoni e ornamenti di paglia intrecciata. È particolarmente adatto per le decorazioni e i regali di fine d’anno, perché si dice che porti prosperità e felicità: non fate mancare un rametto di alloro su ogni piatto in occasione di San Silvestro e Capodanno.

CORBEZZOLO FASCINO TRICOLORE
Bellissimo arbusto mediterraneo, il corbezzolo, Arbutus unedo, che accetta anche il clima invernale freddo del Nord Italia, è considerato simbolo dell’Italia perché porta contemporaneamente i fiori bianchi e i frutti rossi tra i fogliame sempreverde, esprimendo così il Tricolore.
E per gli stessi motivi è un bel simbolo natalizio, segno di forza, rinnovamento e vigore del corpo e della mente.

 


LA BELLEZZA DEL PUNGITOPO

L’arbusto, Ruscus aculeatus, era molto usato come decorazione natalizia, per il bell’aspetto delle sue foglie pungenti con le bacche rosso brillante; oggi il suo impiego è un po’ in declino e va recuperato perché è una bellissima pianta dei nostri boschi di collina e nella macchia mediterranea. Un tempo i suoi germogli primaverili venivano raccolti utilizzati in cucina come si fa con gli asparagi e trova ancora oggi impiego in erboristeria.

ROSA DI NATALE, RINASCITA E FIDUCIA
Gli ellebori o rose di Natale in vendita come piante ornamentali invernali e natalizie sono di origine ibrida, ma in Italia ci sono varie specie spontanee tra cui l’elleboro nero, Helleborus niger, spontaneo nelle zone collinari dove fiorisce a fine inverno, Helleborus foetidus, dai bei fiori verdi, e Helleborus argutifolius, nativo in Sardegna. Il suo significato augurale, che ha origini antichissime, è legato alla sua forza (capace di sconfiggere il gelo invernale e di fiorire) e alla sua resistenza (sopravvive al caldo e all’aridità dell’estate. Per questo, all’elleboro si attribuisce la capacità di dare sollievo all’ansia e di liberare dalle preoccupazioni; è simbolo di rinascita, rinnovamento e fiducia nel futuro… di cui tutti abbiamo bisogno!


7 PIANTE PER IL NATALE MADE IN ITALY
– Il consiglio di Viridea
• Tutte le piante natalizie italiane citate non possono vivere in appartamento, se non per breve tempo. Per conservarle in salute e farle vivere a lungo occorre un posto all’aperto. In estate, l’elleboro ha bisogno di un luogo fresco e ombreggiato; tutte le altre amano il sole e richiedono irrigazioni, più frequenti e regolari se sono in vaso. In piena terra, superato il primo anno sono resistenti a occasionali periodi di aridità.
• Durante il periodo delle Feste è consigliabile irrigare il terriccio dei vasi solo per mantenerlo appena umido, e concimare con un prodotto liquido universale ogni 15 giorni.
Dopo le Feste è importante rinvasare in contenitori profondi e capienti, con terriccio universale, o in giardino, dove tutte le piante citate possono crescere e vivere per molti anni.
• Fa eccezione il vischio, che non può essere coltivato: la sua riproduzione avviene solo collocando una bacca matura in una incisione nel legno di alberi (melo, pero, quercia e altri); la nascita della piantina di vischio avviene se il clima è idoneo (umido e fresco) e può richiedere anche due o tre anni… per giardinieri molto pazienti!

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