Nell’ottica della sperimentazione, la cosa potrebbe avere anche un senso: dopotutto si tratta di un’istallazione temporanea, che cambia ogni 3 anni a seconda dello sponsor a cui viene venduta. Non parliamo dunque di uno spazio verde definitivo, dove l’associazione vegetale dovrebbe rispondere a valutazioni più complesse. Tirare in ballo la coerenza con il contesto storico sembra un attimo fuori luogo e in ogni caso il progetto ha ricevuto l’avvallo della Sopraintendenza.
Nel caso Starbucks a perplimere è il potenziale decorativo che potranno offrire queste piante durante i tre lunghi inverni padani previsti dal contratto. La notizia infatti fa leva su un termine interessante: “sempreverde”. Se è questa la connotazione richiesta, bisognerà sperare che i prossimi 3 inverni saranno miti in modo da consentire ai banani di mantenere la loro bellezza: solitamente nella brutta stagione le grandi foglie si rovinano per il freddo, e sfilacciandosi per il vento, offrono poca gioia alla vista. Le ortensie manterranno i panicoli di fiori secchi (se nessuno interverrà con qualche folle potatura) che sono pur sempre decorativi, ma gli ibischi, se parliamo di quelli tropicali, non resisteranno al freddo, se parliamo di quelli rustici, perderanno comunque le foglie.
E’ vero, trovandosi in centro a Milano, l’aiuola sarà più protetta ma se gelasse per mesi o peggio, nevicasse, i danni potrebbero essere vistosi, anche sulle cosiddette canne giganti cinesi, Miscanthus floridulus. Forse in quel caso è già prevista la sostituzione con esemplari pronto effetto a primavera? Il problema invece non si porrà per le palme: la specie impiegata, Trachycarpus fortunei, è campione di resistenza al gelo e da tempo spunta indomita tra la vegetazione dei giardini milanesi, con buona pace dei detrattori più conservatori.
I lavori inizieranno in queste settimane: sarà interessante assistere allo sviluppo del progetto. E chissà che questa voglia di sperimentare il verde in città non diventi contagiosa!