La rivendicazione dei Sentinelli sottolinea che il diverso o l’esotico non devono generare timore, ma anzi: “la diversità è un valore che ha contribuito a far grande Milano“. Prova ne è che senza mais non si fa la polenta, che senza il caffé non esiste l’espresso e che, per tornare alle piante ornamentali, senza gli amati gerani niente balconi fioriti…
Ok ok, ma i banani sono troppo? Peccato da “La Stampa” Alberto Mattioli fa presente che “Quanto al banano, nessuno ha ricordato che uno degli italiani più illustri e più nazionalpopolari, quello che pianse e amò per tutti, fece il diavolo a quattro per procurarsene uno e piantarlo a casa sua, a Sant’Agata, nella Bassa piacentina, dunque Padania più profonda. Si chiamava Giuseppe Verdi e il suo banano è ancora lì.”
I Sentinelli, la cui pagina ha raccolto più 68mila mi piace, lanceranno dunque questa domenica – sulle note di Giuliano #Palma, naturalmente! – il loro laico “guanto di sfida” contro i “fomentatori di odio”, invitandoli a applicare per primi i loro slogan “rinunciando a tutto ciò che non è italiano”. Partendo proprio dal tema vegetale, esortano così i detrattori delle palme: “Togliete dai vostri giardini e balconi gerani, iris, bouganville, ficus, orchidee, ninfee” e, tornando alla tavola, per coerenza, “eliminate dalla vostra dieta patate, pomodori, tè e caffè, tutte le spezie e pure il mais con cui fate la polenta”.
E aggiungerei, anche lo zafferano con cui fate il risotto “alla milanese” 😉