Fiori e Foglie

Allarme Coldiretti: a rischio la frutta italiana, limoni in primis

Coltivare alberi da frutto non paga. Per gli agricoltori che dedicano sforzi e lavoro duro all’agricoltura, la frutta che cresce sul loro terreno non è più un investimento. L’allarme è di Coldiretti: non riescono più a coprire neanche i costi di produzione. Le prime vittime? I pregiatissimi limoni, che fanno tanto Belpaese.

Secondo le elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati Istat, la superficie coltivata a frutta in Italia è passata da 426mila a 286mila ettari, con un crollo netto del 33% in 15 anni, e questo nonostante i consumi siano aumentati del 2,1% nel 2016. Ma quali sono i frutti che cerchiamo di più?

SEMPRE MENO ALBERI DA FRUTTO
Ai primi 3 posti della classifica nel gusto degli italiani si posizionano mele, arance e la banana, un’outsider che non viene prodotta in Italia ma che riscuote enormi consensi. Ma nel Belpaese la superficie dedicata agli alberi da frutto sta diminuendo progressivamente, soprattutto per quel che riguarda limoni (!), pere, pesche e nettarine. Secondo Coldiretti, è l’effetto di un’importazione sempre più massiccia di frutta dall’estero: negli ultimi 15 anni sono aumentate del 42% ed hanno quasi raggiunto i 2,15 miliardi di chili.

UN PATRIMONIO DA RECUPERARE
La dominanza sul mercato della frutta più gradita alla grande distribuzione e la perdita di tradizioni e conoscenze agricole ha poi comportato un enorme danno alla biodiversità nei campi come a tavola: nel secolo scorso esistevano in Italia 8mila varietà di frutta, mentre oggi sono meno di 2mila, di cui 1.500 a rischio di estinzione.

FRUTTI ANTICHI E SALUTE
Eppure negli ultimi anni si stanno scoprendo sempre più le innumerevoli qualità salutari dei frutti dimenticati:  ad esempio la pera cocomerina,  rappresentata nei quadri rinascimentali, ha proprietà antiossidanti, le giuggiole sono efficaci nell’alleviare gli stati d`ansia, il nervosismo e la depressione, il corbezzolo è astringente, antidiarroico e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio, e così via. E’ quindi fondamentale recuperare questi saperi (e sapori) e tornare a coltivare questi frutti così preziosi anche per la nostra salute, e da sempre parte della nostra storia e della nostra cultura.

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