In Italia la lotta alla processionaria è obbligatoria (decreto del 30 ottobre 2007), quindi le disinfestazioni si effettuano ogni anno a livello comunale. Ma quest’anno si è registrato un aumento della presenza di questi nidi anche in spazi urbani – il caso più eclatante nel quartiere Novoli di Firenze, dove i bruchi hanno invaso persino i panni stesi ad asciugare – quindi molti comuni hanno aumentato con un’ordinanza l’entità della sanzione per i privati che non controllano la presenza di nidi sui loro alberi, arrivando a infliggere multe da 500 fino a 3mila euro (come per esempio a Varese) per ogni pianta infestata.
Le “vittime” preferite delle processionarie sono i pini e, in misura molto minore, conifere come abeti e cedri: golosi degli aghi, i bruchi della falena Thaumetopoea pityocampa creano nidi con individui così numerosi da compromettere la stessa sopravvivenza della pianta. Per i cani poi il rischio diventa altissimo se, ingannati dall’apparenza “morbida” della peluria urticante che ricopre i bruchi, tentano di leccarle: il gonfiore alla bocca e alla lingua può comprometterne la respirazione, e l’ingestione di peli indurre vomito, febbre con conseguenze anche letali.