La ragione della scelta della ghiaia invece che del prato la spiega direttamente l’architetto Bay: “il prato verde era una stonatura con la grande estensione della pavimentazione”, dice, e preferendo la ghiaia al prato, “i consumi idrici sono ridotti”.
Niente luci a illuminare palme e banani? No, spiega Bay: “Non ho illuminato le piante perché la sera i giardini devono essere illuminati dalla luce della luna”. A Milano l’inquinamento luminoso impedisce questo effetto ma “nella penombra il nero notturno di quelle palme crea un bel contrasto con la facciata bianca del Duomo”. E la ghiaia scura darà anche risalto alle piante: ai panicoli fioriti delle ortensie, alle canne cinesi che svetteranno tra i tronchi, e alle bergenie, che spiccheranno con i delicati fiorellini rosa che fioriranno presto sullo sfondo ebano.
L’effetto dell’aiuola finanziata dallo sponsor Starbucks però si potrà godere nel suo pieno rigoglio solo fra almeno un mese: bisognerà infatti che palme e banani abbiano il tempo di radicare nel nuovo terreno e, ambientandosi, di creare foglie e la tipica vegetazione lussureggiante realizzando così pienamente l’esotica scenografia vegetale di fronte alle guglie gotiche.
Intanto da quando si è capito che le palme usate per il Duomo (Trachycarpus fortunei) resistono senza problemi al gelo e persino alle neve, a Milano alcuni bar hanno sposato l’idea piantandole come arredo in vasi capienti… Che Bay abbia lanciato una moda? 😉