Sono utili allo sviluppo e funzionano: in merito agli ecoincentivi per la casa, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, in audizione sull’ecobonus alla commissione Ambiente della Camera, ha spiegato che le stime indicano un saldo positivo per lo Stato “di 8,8 miliardi di euro” e che le agevolazioni fiscali in ambito edilizio sono state usate in questi 20 anni per circa 16 milioni di interventi dal 62% delle famiglie italiane. Per Del Rio occorre quindi rafforzare e rendere più efficaci nella legge di bilancio le misure che favoriscono un’edilizia legata alla sicurezza antisismica, all’ambiente, alla qualità della vita urbana. Ci sarebbe dunque spazio anche per un ecobonus legato al verde, forte strumento di contrasto all’inquinamento dell’aria e dell’acqua.
“L’edilizia – prosegue il politico – è il grande malato della nostra economia ed ha perso circa 600mila posti di lavoro nella filiera dall’inizio della crisi. Secondo i dati del servizio studi della Camera dei Deputati e del Cresme quest’anno le varie forme di incentivazione (credito di imposta, ecobonus, sismabonus) produrranno 28 miliardi di investimenti e circa 400mila posti di lavoro fra diretti e indotto. Una nuova edilizia che, grazie anche alle nuove tecnologie, può rilanciare il settore e far respirare i nostri polmoni e le nostre città.”
Sul tema del bonus per il verde si è tenuto a Montecitorio mercoledì 27 settembre “Paesaggio chiama Politica”, un convegno (la diretta su Instagram qui) dove i relatori hanno messo in luce il ruolo principe sostenuto dalle piante nella lotta alle polveri sottili, in grado di creare patologie croniche e gravi a carico dell’apparato cardio-circolatorio e respiratorio di chi abita nelle grandi aree urbane.
Il tema ambientale si sposa del resto perfettamente a quello della tutela del territorio: al Senato è stata approvata proprio in questi giorni la legge che prevede “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni”, mentre a gran voce si chiedono da più parti incentivi per il turismo sostenibile e le auto elettriche. L’ambiente insomma potrebbe rivelarsi la leva che serve per far ripartire, con il bollino blu, l’intasato motore italiano.