Sono campionesse di bassa manutenzione, le piante grasse. Poche cure, e in cambio, bellezza di design (magari esaltato dal vaso giusto) e soprattutto, in ambienti chiusi, la preziosa capacità di eliminare dall’aria che respiriamo in casa e in ufficio sostanze inquinanti a cui siamo esposti più a lungo in inverno. Senza dimenticare che le “grasse” richiedono poca acqua, il cui consumo è tema decisamente attuale in questi tempi di dibattito sulle risorse del pianeta. Abbiamo chiesto qualche info in più agli esperti del Garden Viridea: ecco i loro consigli!
L’acqua è un tesoro sempre più a rischio. I cambiamenti climatici, ai quali gli scienziati imputano anche il problema delle precipitazioni eccessive e distruttive che sempre più spesso colpiscono anche l’Italia, hanno portato a una seria riduzione delle piogge, soprattutto nel periodo estivo; l’estate 2017 è stata una delle più aride, il che porta l’attenzione proprio sulle piante meno esigenti in fatto di risorse idriche. Ecco perché diventano sempre più interessanti anche nel nostro Paese le piante che vengono da zone desertiche, subdesertiche e mediterranee.
CURE OCCASIONALI E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Si tratta di vegetali che uniscono due valori: una bellezza, a volte decisamente straordinaria, e la capacità di richiedere apporti idrici minimi e manutenzioni solo occasionali, fattore molto importante per i chi è costretto a contare i minuti a disposizione per la cura del verde, “rubandoli” dagli impegni quotidiani del lavoro e della famiglia.
In autunno-inverno le piante devono tornare in ambiente protetto: la maggior parte non sopravvive sotto i 5 °C. Se sono in un luogo fresco (pianerottoli, garage e ambienti simili) entrano in riposo e non vanno innaffiate. Se sono in casa, occorre un luogo molto luminoso e un pochino d’acqua ogni tanto. L’ideale è tastare il terriccio: se è del tutto asciutto si inumidisce, svuotando il sottovaso se dopo 15 minuti c’è ancora acqua.
Un regalo prezioso delle piante grasse è il loro potenziale depurativo. Durante il loro ciclo metabolico, queste piante incamerano aria risucchiando anche numerose altre sostanze inquinanti, presenti senza che ce ne accorgiamo: anidride solforosa, biossido di azoto, formaldeide, diversi solventi e persino le famigerate polveri sottili (pm10) che tanto affliggono le nostre città, soprattutto in inverno. Alcune specie di piante, tra cui certi tipi di Cactacee, per esempio il classico “cuscino di suocera”, l’Echinocactus, e alcune succulente come la Sansevieria, non vengono danneggiate da queste sostanze nocive: il loro metabolismo confina le microparticelle tossiche all’interno di cellule particolari, che fungono da deposito isolato dal resto dell’apparato vegetale e che non verrà mai riaperto.
Grazie a questo fenomeno hanno la capacità di abbattere sensibilmente la quantità di inquinanti presenti nell’aria che respiriamo. Il fenomeno è stato lungamente studiato da numerose équipe di ricercatori, fra cui il Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Parma – attraverso una serie di autorevoli sperimentazioni scientifiche. Non potranno certo aiutare a dimenticare lo smog urbano, ma in casa e in ufficio ci danno un piccolo, prezioso aiuto per ripulire l’aria e regalare bellezza.
GRASSA E’ BELLO – Il consiglio di VIRIDEA
- Un’idea per l’inverno? La Schlumbergera, nome difficile per una pianta facile, dai fusti piatti e senza spine, chiamata anche “Cactus di Natale” perché fiorisce proprio in inverno. La Schlumbergera produce tanti incantevoli fiori che assomigliano a ballerine: sono penduli e con petali appuntiti, rossi o rosa e anche screziati (come quelli ritratti nella prima foto).
- La Schlumbergera non ha bisogno di tanto spazio: fiorisce bene e resta fiorita per settimane anche in piccoli contenitori ed è reperibile fiorita anche in minuscoli vasetti. Per favorire la fioritura invernale è molto importante che da ottobre a dicembre-gennaio la pianta sia in una stanza fresca o all’aperto, intorno ai 15-16 °C: in questo modo viene stimolata a produrre i suoi bei fiori.
- Il terriccio della Schlumbergera deve essere appena umido e concimato ogni 20 giorni con un prodotto liquido specifico per cactacee, nel periodo estivo. Le concimazioni vanno sospese da settembre in poi.