A vederli sembrano cimette di broccoli in miniatura, ma il sapore pare ricordi molto gli asparagi. Una follia OGM? Niente affatto. Sono i Bimi, un nuovo ortaggio nato dall’incrocio tra broccolo e cavolo cinese che si sta affacciando sul mercato italiano proprio in questi mesi. Sì, perché alla gradevolezza dei Bimi (nome che significa “delizioso”), creato dall’azienda giapponese Sakata, alcune aziende nostrane hanno creduto, tanto da cominciare a coltivarlo ad Albereto, in provincia di Grosseto.
E in Europa non siamo neanche i primi: già lo commercializzano in Spagna e in Inghilterra, dove è molto apprezzato e dove è spesso chiamato con il nome di “broccolini”.
Di questa new entry in cucina non si butta via niente, compreso il gambo, che è allungato, tenero e ha un gusto molto delicato. Non viene dunque scartato, come invece spesso si fa con i comuni broccoli, nonostante questa parte sia piena di nutrienti e si possa riutilizzare (buttando solo la dura sezione terminale) per farne un’ottima purea, anche da mixare con le patate.
E sulle qualità dei Bimi, ereditati dalle famiglie dei suoi “genitori”, sembra non ci siano dubbi: definiti già nuovo superfood, questi curiosi broccoletti sono ricchi di proteine, minerali e vitamine, oltre a contenere composti bioattivi come fenolici, carotenoidi e il 45% di glucosinolati anti-cancro in più di altre brassicacee. Secondo alcuni studi citati nel sito internet della Sakata, grazie ai suoi effetti salutari, si consiglia il consumo di 3 porzioni di Bimi a settimana.