Fiori e Foglie

Alberi sotto la neve: danni e rimedi, parla l’esperto

Vedere i rami gli alberi in giardino ricoperti di neve può farci temere per il rischio di rami rotti oppure per la loro stabilità. Ma quali danni può creare veramente la coltre di neve? E il ghiaccio che può formarsi sui rami? E cosa possiamo fare, per esempio, quando dei grossi rami si spezzano? Abbiamo rivolto queste domande ad Andrea Pellegatta, professionista e vicepresidente della Società di Arboricoltura Italiana. Ecco cosa cosa ci ha risposto…

NEVE SULLA CHIOMA
L’azione di compressione della chioma di un albero da parte della neve – spiega l’esperto – può provocare la rottura dei rami o, in caso di nevicate molto abbondanti, addirittura schianti di intere piante attraverso ribaltamento della zolla. Il danno da neve può variare a seconda della specie, in funzione delle caratteristiche meccaniche del legno, che sono differenti da albero ad albero, e dalle condizioni di salute della pianta. Tra le specie con legno più fragile ci sono sicuramente l’Acero saccarino, il Pioppo e l’Olmo. I danni sono ovviamente condizionati dalla durata della nevicata, dalle caratteristiche della neve e dalle temperature, tenendo a mente il peso della neve accumulata: 30 cm di neve “secca” possono esercitare su una superficie una pressione di quasi 15 kg/m2, mentre 30 cm di neve umida arrivano a pesare in media oltre 100kg/m2.

DANNI DA GELICIDIO
Ma se di neve non ne è caduta poi così tanta in questi giorni, è il gelicidio a preoccupare di più. La pioggia congela non appena tocca le superfici, a causa della temperatura dell’aria, provocando danni agli alberi, gravati dall’ingente peso. La soluzione, in caso di rotture, è quella di chiamare un arboricoltore per una valutazione: potrebbe ad esempio essere necessaria una potatura per sistemare rami e branche rotte senza compromettere la stabilità dell’albero.

Andrea Pellegatta

FERITE TAGLI E POTATURE: NIENTE MASTICE
I tagli per rifilare i rami rotti devono essere fatti in modo corretto, rispettando accuratamente la zona del collare. Sulle ferite create però non serve spennellare fungicidi: gli alberi sono infatti in grado di attuare una serie di strategie difensive che isolano la parte colpita. In particolare – raccomanda il Vicepresidente di SIA – è importante non utilizzare il mastice: la convinzione che protegga le ferite dell’albero è uno dei luoghi comuni più datati, sfatato da numerose ricerche scientifiche. L’applicazione di mastice sulla ferita non è in grado di sostituire le difese naturali dell’albero. I mastici non proteggono gli alberi da funghi, marciumi e altri patogeni, bensì …li attirano. Quando viene esposto ai raggi del sole, il mastice che ricopre il taglio spesso si spacca, consentendo all’umidità di entrare e ristagnare negli spazi che si formano tra il legno e il prodotto. Questo crea un perfetto ambiente per lo sviluppo dei patogeni. In aggiunta, se gli attrezzi da potatura sono contaminati con organismi nocivi come funghi e marciumi, la vernice protettiva li sigilla contro il taglio. Un taglio di potatura corretto, eseguito rispettando il collare del ramo, si chiude rapidamente, senza favorire lo sviluppo di funghi e altri patogeni.

IL BUONO DEL GELO
Non tutto il male vien per nuocere, ci spiega Pellegatta. Le temperature rigide potrebbero mettere in difficoltà i patogeni delle piante, soprattutto gli insetti di nuova introduzione, che arrivando da altri continenti riescono a sopravvivere e a diffondersi proprio per la tropicalizzazione del clima e a causare gravi danni alle piante ornamentali e agrarie. Il gelo potrebbe mettere in difficoltà questi insetti: sarà interessante capire cosa succederà nel corso del prossimo anno.

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