Querce senza foglie, nude contro il cielo nel pieno della bella stagione: è il segnale che sull’albero ha preso dimora un nido di quelle che comunemente chiamiamo “gatte pelose” ovvero bruchi coperti da peli. L’aspetto simpatico del bruco però in questo caso è ingannevole: i peli, urticanti, possono causare forti dermatiti da contatto sia a noi che agli animali, e provocare pesanti reazioni allergiche se inspirati accidentalmente. Un allarme che di solito si riferisce agli alberi di pino, che i bruchi defogliano completamente, ma che ora si estende anche alle pregiate querce.
Di solito la presenza di questo tipo di bruco peloso viene riconosciuta come quella della Processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa), falena poco appariscente che depone le uova che daranno vita alla pericolosa progenie con una specifica predilezione per i pini. I bruchi, dalla peluria rossiccia, discendono il tronco in perfetta fila indiana, da cui il nome comune di “processionaria”.
L’allarme di questi giorni da parte della direzione del Parco di Portofino si riferisce invece ad una falena “sorella”, Thaumetopoea processionea, con le stesse pessime “abitudini” biologiche, ma con un gusto particolare per le querce (Farnia, Cerro, Rovere e Roverella).
Il parco avverte tutti i visitatori di non sostare nei pressi di questi meravigliosi alberi al momento, poiché l’ente non ha sufficienti risorse per rimuovere manualmente tutti i nidi di Processionaria della Quercia. “Rispetto a quelli della processionaria del pino, i bruchi di questa specie sono più pericolosi per l’uomo – spiega in una nota il Parco – e soprattutto per gli animali. All’interno dei peli c’è infatti una sostanza più urticante”.
Le larve di processionaria sono uno dei piatti preferiti di un coleottero italiano tra i più “chic”, il Calosoma (Calosoma sycophanta): la sua raffinata livrea iridescente non sfigurerebbe nelle sfilate della Settimana della Moda.