Spighe di grani antichi svetteranno presto tra acropoli, necropoli e monumentali resti della civiltà greca affacciate sul mare cristallino. Accadrà nella città “perduta” di Selinunte, in Sicilia, dove, per trovare i fondi necessari alla valorizzazione di uno dei più straordinari e suggestivi siti archeologici del Mediterraneo, si coltiveranno lenticchie, ceci e cereali.
Del resto l’area, di ben 270 ettari, ha certamente necessità di fondi. Trattandosi di una preziosa fonte di testimonianze della storia classica, le rovine dell’antica città in quel di Castelvetrano sono oggetto di scavo e mecca di studiosi e ricercatori, così come di urbanisti e architetti, oltre che magico luogo di elezione per importanti eventi e collaborazioni internazionali.
L’idea è frutto della ricerca botanica in atto nel parco, che indaga la vegetazione presente intorno ai maestosi templi per capire quale fossero le specie di fronte a cui si trovarono i primi greci sbarcati in Sicilia ovvero gli alberi, le piante e i fiori che assistettero ai 240 anni di vita e splendore della città della provincia trapanese.
Lo scopo delle nuove attività “agricola”? La ferma necessità di trasformare Selinunte in un parco, oltre che archeologico, anche paesaggistico, ripristinando la relazione degli edifici e delle rovine con ciò che le circonda, così da attirare un sempre maggiore afflusso di pubblico. Un’esigenza fondamentale per la sopravvivenza del sito, che si scontra con la cronica penuria di fondi delle Soprintendenze e il disinteresse per la cultura da parte del Belpaese. Secondo i dati pubblicati dalla Regione Sicilia, nello scorso 2017, i visitatori del Parco, che tutela un patrimonio storico artistico unico al mondo, sono stati oltre 272mila, per un incasso di circa 1 milione di euro. La Valle dei Templi ne ha contati invece 870mila, incassando 6 milioni di euro.
I prossimi appuntamenti del Parco Selinunte saranno:
21 e il 23 giugno: “Playing with identities – Tutto è storia, tutto è contemporaneo”, meeting internazionale di architettura che vedrà tra gli altri, la presenza degli architetti catalani Rafael Alanda, Carme Pigem e Ramon Vilalta, vincitori di Pritzker 2017;
dal 28 al 30 giugno: simposio internazionale sulla botanica alla presenza di personalità delle Università italiane, argentine, marocchine, canadesi, spagnole, francesi, inglesi, turche, greche, bulgare, statunitensi, svizzere, tedesche, austriache e di Slovacchia e Georgia.
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