Fiori e Foglie

10 alberi mangia-smog: nella top-ten di Coldiretti vince l’acero riccio

Delle sue freschissime infiorescenze verde mela abbiamo parlato giusto la scorsa primavera: e non pago della sua bellezza, l’Acero Riccio vince anche per qualcosa di molto interessante. E’ il campione degli alberi anti-smog. E’ il risultato dell’analisi di Coldiretti degli studi del CNR, che definisce la top-ten dei 10 alberi più utili da piantare, rispettando le caratteristiche di ogni specie, in città, tra viali, piazze, parchi e giardini, per contrastare le terribili polveri sottili e gli inquinanti gassosi nell’aria (presenti in particolare nella Pianura Padana), che secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, ogni anno in Italia causano circa 80mila morti premature.

CLASSIFICA DEL CNR DEGLI ALBERI PIU’ EFFICIENTI CONTRO L’INQUINAMENTO

1) ACERO RICCIO (Acer platanoides)
Con i suoi 20 metri di altezza, il tronco slanciato e diritto e le foglie di grandi dimensioni con la punta ricurva (da cui il nome), è l’Acero riccio a guidare la top-ten degli alberi anti-smog. Ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni e ha un’ottima capacità complessiva di mitigazione dell’inquinamento e di abbattimento delle isole di calore negli ambienti urbani. In città se ne utilizzano anche varietà a foglia porpora come Acer platanoides ‘Crimson King’.

2) BETULLA BIANCA (Betula pendula, alba o verrucosa)
Considerata albero sacro presso i Celti e le tribù germaniche, desta ammirazione per l’eleganza della sua corteccia candida e la chioma leggera. Soffre le caldissime estati siccitose ma è in grado di assorbire 3100 chili di CO2 dall’aria.

3) CERRO (Quercus cerris)

Con i suoi 35 metri di altezza, questa maestosa quercia che può vivere per più di 200 anni, è preziosa per grandi rotatorie e parchi urbani. Come albero anti-smog, si pone tra le prime tre posizioni, allineandosi con la capacità di assorbimento di anidride carbonica della betulla.

4) GINGKO
(Gingko biloba)

Antichissimo albero le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, il Gingko, oltre ad assorbire 2800 chili di CO2 vanta anche – sottolinea la Coldiretti – un’alta capacità di barriera contro gas, polveri e afa e ha una forte adattabilità a tutti i terreni, compresi quelli urbani. E, è da aggiungere, si veste di una splendida livrea autunnale dorata.

5) TIGLIO “nostrano” (Tilia platyphyllos)
Con le sue grandi foglie, la chioma imponente e ombrosa e la fioritura profumata, il tiglio è considerato uno degli alberi più belli. Molto efficace contro lo smog.

6) BAGOLARO (Celtis australis)
Fra i più longevi, con radici profonde e salde, c’è l’imponente Bagolaro, detto Spaccasassi perché cresce anche su terreni sassosi. Dalla possente corteccia grigia e liscia, è un ottimo candidato per i grandi viali cittadini.

7) TIGLIO SELVATICO (Tilia cordata)
Radici profonde e forte resistenza agli inquinanti anche per il longevo tiglio selvatico: la sua ampia chioma è una “catturatrice” di polveri sottili.

8) OLMO CAMPESTRE (Ulmus minor)
Radici solide e profonde per l’Olmo campestre, capace di resistere sia allo smog che all’aria salina. Le foglioline eleganti, dalla particolare sagoma asimmetrica, svolgono un’ottima funzione purificatrice.

9) FRASSINO (Fraxinus excelsior)
Questo gigante verde dal look tropicale, che può arrivare a 40 metri di altezza, è un vitale aiuto contro l’inquinamento nelle nostre città.

10) ONTANO NERO (Alnus glutinosa)
Splendida specie che si adatta perfettamente a terreni umidi e paludosi. Nella classifica anti-smog, riesce a bloccare fino a 2,6 tonnellate di CO2 e a garantire un forte assorbimento di inquinanti gassosi.

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