Musica che lenisce una ferita profonda, quella inferta alla foresta, come ai cuori di chi la ama da sempre. Tra i tronchi violentemente divelti dalla bufera, nell’aria frizzante e in un silenzio che profumava di resina, si sono levate le note di Bach suonate dai 12 violoncellisti dell’Orchestra Villa Lobos, tra cui Mario Brunello, musicista di fama internazionale. Il pubblico privilegiato? Non uomini e donne, ma migliaia di abeti rossi, ora muti, le fronde stese a cataste, come fosse passata tra le chiome la mano di un ottuso gigante infuriato.
Cresciute molto vicine per più di cento anni, qui le maestose conifere sviluppano un tronco elastico e privo di nodi che dona loro un’altissima capacità di risonanza. Qui, invece che linfa, scorrono note. Alberi ricercatissimi anche dai maestri liutai cremonesi, che li scelgono uno ad uno, sacrificandoli per costruire gli strumenti solo quando c’è la luna calante durante l’inverno, in modo che il legno sia compatto e ci sia meno umidità possibile.
Il vento che, tra fine ottobre e l’inizio novembre, ha soffiato senza tregua su tutta l’Italia, con punte di quasi 200km/h, ha provocato una potente ferita all’anima di queste terre.
Il video completo della perfomance pubblicato dal musicista Mario Brunello su Facebook: