E dire che le sfide attuali del Servizio Giardini, che farebbero tremare le vene anche ai polsi di un esperto, certo non mancano. Il patrimonio verde romano – invecchiato, trascurato e spesso maltenuto, come in molte grandi città del Belpaese – chiede interventi estremamente oculati e spesso coraggiosi, proprio perché così urgenti. Perché sbagliare, seguendo il semplice buonsenso, è facilissimo, e i danni creati avranno conseguenze per anni. Abbattere alberi sani, sostituirli con specie errate – o con quelle giuste collocate nei posti sbagliati – significa confrontarsi nel giro di qualche anno con marciapiedi rotti e sollevati dalle radici, mancato ombreggiamento di viali e piazze, insostenibili bolle di calore create dal cemento delle città, allagamenti per la carenza di superfici inerbite, aria ricca di smog ed enormi spese per i condizionatori in ogni singolo appartamento.
Non solo: di pochi giorni fa la notizia che proprio in un asilo di Roma, due bimbi hanno mangiato bacche di Arum italicum, bella pianta dalle bacche tossiche che cresce spontanea nei nostri boschi. Una corsa al pronto soccorso d’urgenza li ha salvati in estremis. Perché la pianta era cresciuta li? Perché l’asilo non era riuscito a curare la manutenzione dell’area verde e, pur facendolo presente all’amministrazione, non aveva ottenuto assistenza.
A tutto questo, uniamo orribili sfregi al decoro della città con ceppi abbandonati, risultato di tagli selvaggi e mai rimpiazzati, giardini delle magnifiche ville aperte al vandalismo con vegetazione allo sbando, pini sfigurati per paura che possano cadere e arbusti agonizzanti per la sete a causa di irrigazioni inesistenti. Tragiche “cartoline” che tramutano la Città Eterna in una Città Eternamente Brutta, ostile ai suoi stessi abitanti. Un’offesa ai romani e alla storia, oltre che una colossale perdita in termini di prestigio e immagine, con turisti delusi pronti a raccontare, al ritorno in famiglia, dell’atroce decadenza di Roma…
Una via d’uscita c’è: circondarsi all’istante di professionisti assolutamente preparati. Ma come si fa a giudicarli e sceglierli, se non si capisce nulla delle problematiche che si dovranno affrontare? Di fronte alla grande responsabilità che richiede una posizione di questo calibro, siamo sicuri che al timone del Verde pubblico possa esserci un assessore impreparato, armato solo, nella migliore delle ipotesi, di buoni sentimenti?