Fiori e Foglie

La “Tre Giorni per il Giardino” d’Autunno valorizza le piante coltivate in Italia

L’autunno è la stagione migliore per fare il giardino, sapete? Le piante partiranno alla grande in primavera, dopo aver avuto il tempo di ambientarsi per tutto l’inverno. E l’occasione migliore per trovare piante rare e intriganti per i nostri spazi verdi si è conclusa la scorsa domenica 20 ottobre con l’edizione 2019 della “Tre Giorni per il Giardino”, manifestazione del FAI e dell’Accademia Piemontese del Giardino che esibisce da anni in grande spolvero, ad un pubblico consolidato e appassionato, le meraviglie vegetali della “seconda primavera”. Alberi di frutti nuovi o dimenticati, arbusti dai fogliami color tramonto, bacche colorate: tutti pronti da svasare e mettere a dimora adesso, per trasformare il nostro spazio verde in un rigoglioso eden, personale ma anche perfetto da condividere con amici e parenti.

Da Milano basta un’oretta e mezza di comodo viaggio in auto (vestitevi sempre “a cipolla”, il meteo è imprevedibile) per raggiungere la manifestazione che si svolge tradizionalmente nel parco del Castello di Masino, a Caravino, in provincia di Torino. E la gita vale la pena: tante le perle botaniche tra cui curiosare alla “Tre Giorni per il Giardino”. Il giorno migliore per godersi la manifestazione? Sicuramente il venerdì, quando gli espositori hanno messo in mostra, intatto, il meglio delle loro produzioni.

 

Eggià, perché Masino si fa un vanto di privilegiare quelle aziende agricole che coltivano le loro piante sin da quando sono teneri germogli. Un cartello informa chi acquista che le piante sono proposte da un “vivaio coltivatore”: insomma, non sono state acquistate all’estero il giorno prima, per venderle a Masino. Nessun camion arrivato dall’Olanda ha scaricato pallets di vegetali perfettamente impacchettati per il “pronto effetto”. Le piante negli stand di questi vivaisti arrivano direttamente dalle loro coltivazioni sul territorio.

 

Ma che differenza c’è tra una pianta cresciuta in una serra olandese, e una allevata in un vivaio italiano? No, niente a che vedere con l’eterna, passatemi il termine – inconsistente, diatriba tra piante autoctone e piante alloctone: meravigliose tutte, la natura è globale, non pone confini, non discrimina per origine. Ciò che cambia per chi compra è la qualità della pianta che acquista.

La piantina allevata in Italia sin da virgulto, o da piccola talea, ha avuto il tempo di adattarsi a clima, luce, temperature e tipologia di terreno “nostrano”. Ha assaggiato la nostra aria, si è temprata sotto il nostro sole, ha sconfitto parassiti, lottato con i nostri venti, indurito le sue difese. E se si trova a Masino in vendita, è perché ne è uscita splendida e sana, come la vedete nel suo vasetto.

 

Le piante che invece arrivano, già pronte, dall’estero, seppure coltivate benissimo, spesso in serre super tecnologiche, non hanno mai affrontato il nostro ambiente, non si sono mai adattate ad esso. Lo faranno da quando le pianterete in giardino ma l’incognita, che non si trovino a loro agio, è sempre dietro l’angolo. Inoltre alcune piante, in serra, possono aver subito alterazioni di luce e temperatura, per fiorire in tempo per la vendita. Sono piante “forzate”, che non hanno seguito le stagioni: spesso questa modalità di crescita le induce, dopo aver fiorito fuori tempo, a fermarsi e saltare un anno – o anche più – prima di riprendere il loro naturale sviluppo.

Non solo. I vivaisti che, con passione e fatica, hanno lavorato alle loro piante, propongono specie che conoscono in ogni dettaglio. Sanno tutto di loro: ogni capriccio, ogni intolleranza. Non sono semplici venditori. Alle nostre domande, sapranno rispondere e istruirci nel dettaglio su come prenderci cura della nuova arrivata. Onore dunque a manifestazioni di giardinaggio di qualità come la “Tre giorni per il Giardino”, che sanno dare giusto peso e risalto a ciò che non si vede, ma che fa la differenza. E ora, godetevi pure le foto della manifestazione! 😉

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