Addio rosmarino. Non sarà mai più come l’abbiamo conosciuto fino adesso, il caro amatissimo mediterraneo Rosmarinus officinalis. E’ stato ribattezzato Salvia rosmarinifolia. Ovvio, l’arbusto che tutti apprezziamo in cucina non perderà di certo il suo profumo, ma qualcosa sicuramente dovrà cambiare a seguito della scoperta dei botanici inglesi che, nell’indagare il DNA del Rosmarino, hanno scoperto che in realtà la nostra erba aromatica preferita appartiene all’enorme genere delle… Salvie!
A guardare le due piante non si direbbe possano essere parenti, ma se osserviamo i fiori, in effetti la somiglianza nella struttura tubolare li denuncia senz’altro come appartenenti alla stessa famiglia, quella della Lamiaceae.
Il più autorevole ente di giardinaggio britannico, l’RHS, è già corso ai ripari e ha già chiesto a tutti i pollici verdi d’oltremanica di cambiare i cartellini con cui si identifica il rosmarino. Da ora in poi sarà, almeno sulla carta, una salvia. Una delle mille (sì, ne esistono tantissime e molte non si mangiano!). Anche la nuova edizione in uscita della guida RHS Plant Finder indicherà la nuova definizione.
Il rosmarino è il più famoso, ma non è certo un caso isolato: i continui progressi dell’analisi genetica stanno cambiando faccia alla botanica, scoprendo inedite origini e affinità tra specie e, di conseguenza, cambiando nome a molte specie vegetali. La qual cosa sta creando serie difficoltà – anche di memoria! – a professionisti e pollici verdi.
E non si tratta di un problema da poco. Per assurdo è proprio in Italia, patria del latino, che il problema è più serio, poiché non esistendo una cultura del verde condivisa, spesso per le piante si usa il nome “volgare”, già di per se stesso in grado di generare errori di riconoscibilità a causa delle mille varianti locali.
Un banale esempio? Campanella. Mille sono le specie diverse a cui si applica questo nome generico, che non si identifica solo con il genere Campanula, come verrebbe da pensare, ma spazia, nel sentire diffuso, dall’Ipomoea, al Convolvolus, dal Platycodon alla Fuchsia, all’Aquilegia, ecc. Specie del tutto diverse tra loro con solo qualche somiglianza nella forma dei fiori. Se poi anche il nome latino – spesso unica certezza a cui appigliarsi – cambia… la confusione non può che essere massima, e rendere ancora più ostico avvicinarsi al mondo vegetale.
Il nome scientifico del rosmarino cambia dunque per la prima volta dai tempi di Linneo, oltre 200 anni fa, quando fu classificato, secondo la tassonomia botanica binomiale, come appartenente ad un genere a sé rispetto alle salvie, a cui pure era affine. Quindi se troverete in vendita una pianta di rosmarino su cui hanno scritto “salvia”, tutto ok: da ora in poi, non è un errore… !