Fiori e Foglie

Evviva gli Oscar Green 2020 ma la burocrazia strangola i nuovi imprenditori

La burocrazia spegne il sogno “agricolo” di un giovane su due. A dirlo è Coldiretti, in un’amara riflessione sulle nuove leve dell’agricoltura contemporanea, che ha visto, negli ultimi cinque anni, un inedito ritorno alla terra 4.0, in aumento del 12%, con oltre 56 mila giovani alla guida di imprese agricole. Un primato a livello europeo frenato però dalla malattia del Belpaese: l’elefantiaca, strangolatoria, burocrazia. Tra quelli che ce l’hanno fatta, le brillanti idee di business non mancano, peraltro. Lo attestano le storie di Flavia, Giulia, Francesca, Massimiliano, Marco, Gianluca e tanti altri imprenditori agricoli finalisti dell’edizione 2020 degli Oscar Green, il premio all’innovazione organizzato da Coldiretti.

18 le storie selezionate per l’Oscar Green 2020 da Coldiretti, tra cui 6 vincitori, dopo una lunga selezione tra circa mille giovani protagonisti del Green Deal italiano, che sfidano la crisi partendo dal proprio territorio.

Dai grappoli d’uva maturati in mare in Toscana per accelerare il processo di fermentazione ed evitare l’uso dei solfiti, agli abiti che durano tutta la vita grazie a lavorazioni in Calabria con filati di lino, canapa e ginestra. E poi la prima crema anticellulite a base di cipolle ramate di Montoro dall’aroma dolce e fragrante, il multicolore mais “gemma di vetro” delle antiche tribù Cherokee, gli accessori natural-fashion colorati con lo zafferano in Abruzzo, l’olio spalmabile pugliese prodotto dagli ulivi resistenti alla Xylella, gli orti coltivati sui terreni confiscati alla mafia e tanti altri progetti, tutti contraddistinti da prezioso entusiasmo, competenza e tenacia.

“Quelli che pensano che investire in agricoltura significhi il ritorno alla zappa si devono ricredere”, ha dichiarato la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, presente alla premiazione dell’Oscar Green: “Oggi fare questa scelta, in modo particolare per i ragazzi nel Mezzogiorno – ha rilevato – significa lavoro qualificato, specializzazioni, formazione di eccellenza, capacità di produrre merci di altissima qualità, buone per il palato ma anche utili per difendere la salute”.

Ottime notizie, adombrate però da un dato pesante. Tra i quasi 39 mila giovani agricoltori che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura, il 55% degli under 30 si è visto respingere i progetti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali. Una cattiva burocrazia che, calcola la Coldiretti, cuba la perdita di un potenziale di mezzo miliardo l’anno di valore aggiunto che le giovani imprese ostacolate avrebbero potuto sviluppare.

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