La grande catena di supermercati Migros ha deciso: a partire da quest’anno, i negozi del marchio non venderanno più esemplari della palma Trachicarpo (Trachycarpus fortunei) in vaso, pronti da acquistare. Colpevole di essersi diffusa ben oltre i confini dei giardini, questa specie di palma di origine asiatica è stata addirittura ribattezzata “palma ticinese”, per la sua massiccia presenza nel sottobosco delle aree boscate svizzere. Il timore è che la sua abilità nel diffondersi possa far concorrenza a specie autoctone e introdurre squilibri nelle zone forestali.
Del resto la diffusione incontrollata della palma Trachicarpo o Palma di Fortune, a opera di vento e uccelli che ne spargono i semi prodotti in abbondanza in grappoli penduli dopo la fioritura a inizio estate, testimonia la grande robustezza di questa specie dalle belle foglie a ventaglio verde brillante e dall’altezza di tutto rispetto (buoni 10 metri e oltre).
Proprio per questa leggendaria resilienza, negli ultimi anni – dopo un lungo periodo di cui era stata “dimenticata” nei giardini di palazzi storici, in cui era presente dal momento in cui venne importata in Europa, intorno al 1800 – viene sempre più spesso scelta per il l’impiego nel verde pubblico. Un esempio? Il più recente allestimento, tanto contestato a suo tempo, delle belle aiuole di Piazza Duomo a Milano. Non solo: spesso questa palma viene scelta per sostituire quelle del genere Phoenix, che tradizionalmente corredavano il lungomare italiano prima dell’avvento micidiale del distruttivo punteruolo rosso nel nostro paese.
Aspetti fortemente contrastanti, che fanno sì che una stessa specie vegetale sia vissuta come un enorme problema in un ambito o viceversa, come un prezioso alleato in un altro.