Assomiglia tanto alla pianta del fagiolo magico. Cresce veloce e le sue foglie sono enormi (fino a 80cm) tanto che, secondo Coldiretti, ogni albero riesce ad “intercettare” dalle 28 alle 32 tonnellate di anidride carbonica all’anno. E’ la Paulonia (Paulownia tomentosa) l’albero che promette di aiutarci nella lotta contro quello smog che, soprattutto nelle grandi città del nord Italia, nelle ultime settimane ci ha costretto alle domeniche a piedi. E non è l’unica promessa. Per questo, molti agricoltori italiani in cerca di una coltura da reddito stanno seriamente considerando questa specie come un business interessante su cui investire.
L’albero di Paulonia ha una serie di pregi interessanti: è particolarmente resistente, non soffre il gelo, ha un legno 40% più leggero degli altri, fioritura lilla, decorativa e molto amata dalle api, crescita fulminea per la produzione di biomassa.
Secondo il presidente Massimo Bressan, piantare Paulonia permette di ottenere, a partire dal terzo anno, fino a 5 quintali di miele per ettaro, e di produrre ottimo legno per mobili (se fate una ricerca su Amazon, ne troverete diversi) e, grazie alla leggerezza, arredi per le navi, e persino stoviglie alternative alla plastica. Per ottenere il legno o la biomassa, l’albero di Paulonia può essere tagliato alla base ripetutamente, poiché dal ceppo “madre” si originano 3 o 4 nuovi germogli che daranno rapidamente vita a nuove piante.
Seguendo l’apertura di questo nuovo mercato, molte aziende hanno cominciato a proporre cloni di Paulonia particolarmente validi, selezionati rispetto alla specie per una crescita ideale nelle diverse zone climatiche d’Italia. Una scommessa che, se vinta, potrebbe cambiare fortemente l’aspetto delle nostre campagne.