Dal 4 maggio parchi e giardini aperti, anche se con tutte le cautele sanitarie anti-contagio necessarie (in primis mascherina, distanza sociale e contingentamento degli ingressi). Ottima occasione per dare finalmente sfogo a genitori e bimbi, che di questa quarantena da Coronavirus hanno particolarmente sofferto il lungo confinamento tra le strette mura domestiche. E a maggio ancora possiamo trovare nei prati le vivaci margherite gialle del Tarassaco o Dente di Leone, pianta edibile in fiore già da febbraio, che offre un divertimento poco noto: la raccolta dei fiori selvatici che appassionerà i piccoli, e per mani più delicate, quella dei giovani boccioli da trasformare in “falsi” capperi pronti da gustare in cucina…
Entrambi si potranno portare in cucina: i fiori per la frittura, nelle frittate o in sciroppo, e i secondi per ottimi capperi, da conservare sotto sale, sott’aceto o sott’olio e persino in agrodolce. Preziosa quanto comune, questa piantina selvatica detestata dai giardinieri dei prati all’inglese… per non dire del fascino del Tarassaco già andato a seme, che produce i magnifici soffioni, irresistibili per chiunque, e della tisana depurativa, estremamente salutare, che ci regala!
Tritati con la maionese sul vitello tonnato, i capperi di Tarassaco sono un’alternativa poco nota ai classici capperi prodotti da Capparis spinosa, un bell’arbusto che da quei gustosi boccioli genera fiori davvero mirabili. Il vantaggio dell’umile Tarassaco è che si può mangiare tutta la pianta: oltre ai boccioli, anche le foglie (per cui è detta “insalata matta”) e i fiori. Con i petali delle sue belle margherite gialle e tanto zucchero (su youtube si possono trovare moltissimi video che spiegano dosi e procedimenti), si può preparare un ottimo sciroppo utile contro tosse e raffreddore invernale.
RACCOGLIERE IL TARASSACO
Tornando ai “falsi capperi” – come li chiamano all’estero, che conservano la tipica nota amarognola che contraddistingue anche le altre parti della pianta del Tarassaco, si presentano come un’alternativa divertente per la raccolta con i bimbi, essendo diffusissimi nei nostri prati, facendo attenzione non confonderli con altre piante, ad evitare quelle che crescono troppo vicine alle strade o al traffico cittadino o alla portata dei cani, e a mettere le piccole manine solo sulle corolle che in quel momento non sono visitate da api o insetti.
Per preparare un insolito sottolio agreste, i boccioli, raccolti quando sono ancora ben chiusi, senza che ancora si intravveda il giallo dei petali, vanno lavati e lasciati asciugare molto bene, poi sbollentati in acqua (o vino) e aceto (di vino o di mele) e poi inseriti nei vasetti di vetro per conserve, intervallati da fettine d’aglio e foglie di alloro, che vanno riempiti con olio extravergine d’oliva, premendo bene per evitare che rimangano sacche d’aria. Dopo circa un mese conservati al buio, saranno ottimi da gustare.
Ecco un dono della quarantena che forse non ci aspettavamo: il tempo per riappropriarci degli spazi aperti e tornare a godere di verde, piante, e cucina, anche con i bimbi.