Adesso basta, hanno detto. “Basta con la capitozzatura degli alberi, basta con l’improvvisazione e con gli interventi che anziché valorizzare il verde urbano, lo distruggono”. Sono le parole degli arboricoltori, quelli insomma che si prendono cura degli alberi per mestiere. E che guardandosi intorno, assistono furiosi alle scioccanti potature degli alberi che si praticano in questi giorni in molti i Comuni italiani e che lasciano, dietro di loro, una fila di alberi agonizzanti, ridotti ad attaccapanni, moncherini pieni di amputazioni che a guardarli, non ne riconosci più nemmeno la forma. Una delegazione si è dunque riunita a Giussano sabato 4 febbraio, dopo l’ennesimo scempio, per chiedere conto di questo danno al Comune. Dietro di loro, una massa di aziende, docenti universitari, aziende del settore, tutti molto, molto arrabbiati.
E la loro denuncia si basa sulla consapevolezza crescente del valore del patrimonio arboreo per la salute di chi abita nelle città. Andrea Pellegatta, parte della delegazione, ricorda che gli alberi sono un ottimo investimento: a fronte del costo di manutenerli, c’è quello che riceviamo da loro: ossigeno, assorbimento della co2 e delle polveri sottili, ombra ecc. E di queste cose è stato stimato il valore. Economico. “Annualmente, a fronte di 1 euro investito nel verde, ne possono rientrare, a seconda dei casi citati dalla letteratura scientifica, da 1,3 a 3,07”. Insomma, sull’utilità degli alberi per le città non abbiamo più dubbi. E sul danno biologico prodotto da questi interventi, nemmeno.
La coscienza su questo tema aumenta di giorno in giorno. E intervenire in modo errato sugli alberi ha un costo pesante per i Comuni, sociale ed economico. Che sempre più rischiano di sentir bussare alla porta gente arrabbiata dotata di caschetto da arboricoltore e di tante, troppe ragioni.