Dopo una lunga estate in cui le orchidee “phalaenopsis” o orchidee-farfalla hanno spesso prodotto solo foglie, le nostre beniamine cominceranno a riprendere la loro spinta vegetativa. Lo si vede dai primi cenni degli steli floreali in formazione che la pianta crea proprio in questo periodo alla base del monopodio, il “corpo” dell’orchidea. Ma a volte il sospirato stelo e con lui i desiderati fiori non arrivano: perché? E cosa possiamo fare per indurre la nostra pianta alla fioritura?
Gli steli che porteranno gli splendidi fiori si presentano all’inizio come piccole gemme: spuntano spesso all’ascella delle foglie e a volte vengono scambiate per nuove radici. Presto però si capisce che sono qualcosa di diverso: sono dritti e di colore verde intenso. Man mano si allungheranno durante tutta la stagione fredda e, se avranno le giuste condizioni di coltivazione, fioriranno tra Natale e marzo. Per indurre la formazione degli steli, però, molte phalaenopsis hanno bisogno in questo periodo di una piccola “spinta”: è infatti l’escursione termica che fa scattare la fioritura.
In genere, alle nostre latitudini, questa condizione si verifica naturalmente: le giornate in autunno si accorciano, con meno ore di luce a disposizione, e la temperatura si abbassa. Però spesso le orchidee da noi vengono (giustamente!) riparate o coltivate in casa, a gradi quindi quasi costanti. Sono ideali per lo sviluppo della pianta ma c’è una controindicazione: a volte la “phal” non fiorisce. Non sempre succede: molti ibridi riescono a fiorire anche così, ma non tutti. E così fieri proprietari di phal rigogliose ma improduttive si disperano, chiedendosi: “Ma dove ho sbagliato??”.
In realtà bisogna far loro sentire “il brivido” di freddo, quando ancora è possibile farlo senza danneggiarle. Bagnandole poco, se sono perfettamente sane, si può metterle fuori al debole sole di questo periodo, finché ci sono 10-15°, ritirandole se la temperatura scende troppo la notte. Altra alternativa è quella di metterle in una parte della casa non riscaldata dai termosifoni ma ben illuminata: un ingresso o un pianerottolo. Questo tipo di trattamento si fa per circa un mese: è un pò brutale ma le aiuterà a decidersi. Ricordiamoci poi di diminuire le innaffiature (da fare preferibilmente per immersione ricordate?) e di somministrare una volta al mese del concime liquido usando però la metà della dose consigliata e bagnando le radici prima di concimare la pianta. Di sicuro ci regalerà delle belle soddisfazioni!