La carnivora di maggior successo è quella che “si chiude”: nell’immaginario della gente la più “feroce”, che fa strage di zanzare e mosche meglio di qualsiasi insetticida. E’ quella che chiedono tutti a Vincenzo Castellaneta, agrotecnico appassionato coltivatore e venditore di piante carnivore da 10 anni. E di fatto c’è solo una pianta carnivora che chiude i “denti”: la Dionea (Dionaea muscipula). Abbiamo incontrato Vincenzo di Un angolo di deserto a Murabilia (tempo fa ne avevamo ammirato i vasi per le piante grasse, suo primo amore) e abbiamo fatto con lui due chiacchiere. E le sorprese non sono mancate, a partire da come si tiene una Dionea: in casa, direte voi. Niente affatto. Fuori, sul balcone!
Proprio così, Daniela, tutti “iniziano” con la dionea. Anche se altre carnivore sono ormai abbastanza diffuse, è la dionea la più ricercata. Ma bisogna specificare un paio di cose. I suoi non sono denti ma ciglia, che servono non a masticare ma a imprigionare, ingabbiandolo, l’insetto per impedire che vada via. All’interno delle sue trappole ha dei peli che funzionano da interruttori: se stimolati dalla vittima, chiudono le trappole a scatto.
Vincenzo, ma farle scattare a vuoto non è nocivo?
Io dico a tutti che alla pianta “viene la gastrite” e non sono lontano dalla realtà: la pianta chiude le trappole una volta stimolati i sensori e comincia ad emettere enzimi per digerire l’insetto. Non trovando niente, si stressa. Se succede una volta non è un problema, capita con la pioggia, ma non è un giochino.
Anche perché la trappola ha una durata, giusto?
Sì. Dopo circa tre volte che le trappole “mangiano”, si esauriscono e degenerano diventando nere. Proprio per questo devono aver assorbito le sostanze nutritive dagli insetti: in questo modo la pianta sarà in grado di continuare a creare nuove trappole. Se non ha mangiato, non avrà l’energia sufficiente per farlo.
La dionea è una pianta che si può tenere in casa?
Assolutamente NO. Esistono piante carnivore tropicali ma la dionea è una pianta nordamericana rustica quindi è da esterno: vive fuori. Esistono altre carnivore che si possono tenere in casa (non prendetele per gli insetti però: molto meglio una zanzariera!) . Le più richieste sono le Nepenthes, perché esteticamente sono belle. Si appendono e fanno dei fiaschi, delle ampolle che contengono sul fondo un liquido con cui digeriscono gli insetti che non riescono ad uscire.
Le Nepenthes hanno esigenze particolari?
Serve acqua piovana, mai concimarle perché il concime lo prendono dagli insetti, devono stare più possibile vicino alle finestre. Fanno una bella figura perché sono abbastanza grandi. Vanno nebulizzate spesso perché amano l’umidità nell’aria e qualche ora di sole: vivono al margine delle foreste quindi qualche raggio di sole lo prendono. Il locale ideale dove tenerle è il bagno: l’importante è che sia un posto luminoso.
La dionea quindi va coltivata all’esterno, tutto il contrario di ciò che si pensa! Va tenuta fuori anche dove fa molto freddo?
Sì, DEVE stare fuori e al sole, perché nei luoghi dove cresce in natura non c’è molta ombra (ci sono pochi alberi: l’unica ombra è quella dell’erba circostante). E poi ha bisogno di freddo per poter andare a riposo. Si comporta insomma come una pianta normale che vive qui da noi, che perde le foglie d’autunno e le rimette a primavera. La dionea è uguale: si secca quasi completamente e le sue foglie diventano tutte nere tranne qualcuna al centro. Durante l’inverno le trappole scattano pochissimo perché ci sono pochi insetti e perché la pianta è ferma.
Come bisogna bagnarla?
Va tenuta sempre al sole e sempre umida perché le carnivore sono piante paludose. L’importante è che l’acqua con cui l’annaffiamo sia quella piovana o distillata, mai quella dell’acquedotto, presa dal rubinetto o dalle bottiglie, che contiene cloro e sali minerali. Loro hanno bisogno di acqua acida poiché la maggior parte delle piante carnivore, tranne poche eccezioni, vivono in un terreno molto acido, nelle torbiere. Per questo motivo vanno tenute sempre in vaso.
Quando poi arriva il freddo e gela, cosa bisogna fare?
La dionea diventa un cubetto di ghiaccio! Ma non è un problema perché lei è a riposo. Comunque qualcosa di verde rimane al centro: la pianta avrà un’aria molto deperita ma non sarà morta. L’acqua non deve ristagnare nel periodo di riposo perché la pianta assorbe molto poco. D’inverno spesso piove quindi non occorre bagnarla troppo, ma non va dimenticata: deve comunque rimanere appena umida per tutta la stagione fredda. D’estate invece la terremo bella zuppa, con un bel sottovaso pieno d’acqua.
Si può rinvasarle usando il terriccio per le acidofile?
No, perché quel tipo di substrato è poco acido: le carnivore hanno bisogno di vivere in torba pura, miscelata con perlite o sabbia di quarzo (qualcosa di non calcareo), per mantenerlo arieggiato in profondità.
Sopporta anche il sole pieno dei terrazzi milanesi nella nostra estate “africana”?
Non ha problemi anche con temperature caldissime: l’importante è che abbia acqua nel sottovaso e che l’aria circoli: evitiamo di metterle contro un muro, altrimenti si “lessano”.
I vasi vanno bene piccoli?
Non è importante che siano larghi quanto che siano un po’ profondi. Quando la pianta è giovane, il vaso piccolo va bene, ma man mano che cresce bisogna darle almeno i vasi profondi 15 cm, per dare spazio alle radici (scendono, più che allargarsi). Meglio poi usare vasi di plastica: la terracotta traspira quindi asciuga più velocemente e poi d’inverno la terracotta si raffredda prima. La plastica le protegge meglio.
La dionea diventa molto grande?
Le Sarracenie (le carnivore “a tubo”) da tenere fuori diventano grandi, alcune anche 80-90cm, con rizomi striscianti anche di 50cm. Ma la dionea no, si espande in larghezza creando nuove rosette, non in altezza. Tutti la vorrebbero, una MAXI DIONEA formato gigante, ma ancora non esiste: magari ci fosse, andrebbe a ruba!
Il sito di Vincenzo Castellaneta: www.piantegrassevasi.com