Frutti da gustare, ma solo con gli occhi: i capolavori di Paola Nizzoli Desiderato

Venghino, siore e siori, limonata di cera per tutti!

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Toh pensa, qualcuno ha dimenticato su questa bella alzatina di vetro i torsoli delle mele che si è mangiato!”: il pensiero è quasi inevitabile di fronte ai resti di una merenda di frutta in bella vista su una sontuosa tavola imbandita. Peccato che il poco educato visitatore in realtà non esista, perché quei torsoli che sembrano pronti per finire dritti dritti nella raccolta dell’umido in realtà sono… finti. E nell’umido non ci andrebbero mai. Anzi, il posto giusto per loro è una mensola del salotto oppure nel centrotavola!

Quei torsoli perfettamente realistici, completi delle macchie ossidate e del segno dei denti, sono dunque opere artistiche fatte di cera, al pari di agrumi e ortaggi che compaiono su un invitante desco allestito in occasione della mostra-mercato Frutti Antichi, svoltasi lo scorso weekend tra le corti del Castello di Paderna (PV). Prendo in mano un caco, splendido nella sua rotondità vermiglia, e ne ammiro la perfezione, incredula. E imparo che si tratta di uno dei frutti di Paola Nizzoli Desiderato, una maestra nell’arte delle creazioni botaniche realizzate con una tecnica antichissima, la ceroplastica.

Lei sorride del mio stupore, con cui si sarà confrontata mille e mille volte, e mi dice: “Lo prenda in mano, sente il suo peso? E’ uguale a quello del frutto reale.” E mi stimola, fiera: “Lo guardi nei dettagli. Vede le puntinature? Ci passi il dito, sente come si trovano in profondità? Mentre queste altre, – continua – le tocchi, sono in rilievo, esattamente come nel frutto naturale. Ho dovuto usare vari strati con cere particolari per realizzare questo effetto”. La guardo, colpita dalla passione che mette nelle sue creazioni, e me la vedo mentre studia, analizza ogni millimetro di quel frutto, per poi inventarsi il modo giusto per ricreare quelle forme con tutte le loro perfezioni e (soprattutto) imperfezioni usando strumenti e materiali che in pochissimi conoscono e ancora meno sanno usare. “Vede, riesco a ingannare la vista, il tatto e persino l’olfatto, se solo aggiungessi aromi alla cera”, mi spiega soddisfatta. Mi affascinano le bucce dei suoi agrumi, assolutamente lucide e corpose, da farci una ricca spremuta.

Del resto è grazie a questa scrupolosa maniacalità acuita dallo studio che l’artista è riuscita a riprodurre la celebre Canestra di Frutta del Caravaggio, ritraendola in tutto e per tutto a tre dimensioni, quasi a poterne assaggiare i dolci chicchi dell’uva sulla tela. E ridendo mi conferma: “Sa, un signore è passato di qui e ha distrattamente allungato una mano prendendo un’oliva dalla ciotola sul tavolo  e mettendosela prontamente in bocca!” Cliccando sulla gallery in testa a questa pagina potreste gustare i frutti e le verdure di Paola, ma rigorosamente solo con gli occhi!