Betulla

DESCRIZIONE
La betulla (Betula pendula) è uno splendido albero molto amato per il suo aspetto aggraziato, la chioma lieve e rada, che diventa dorata in autunno, e per la corteccia bianca, molto decorativa soprattutto d’inverno, quando l’albero si spoglia. Cresce sulle Alpi italiane e fino a 2mila metri: ama dunque luoghi freschi e soffre le estati troppo calde e asciutte della pianura. Da adulta coltivata in terra raggiunge con il tempo anche i 20-25 metri di altezza.

PUNTI FORTI
L’aspetto lieve ed elegante ne fa una scelta naturale in giardino.
PUNTI DEBOLI
Se piantata in condizioni a lei non congeniali, ha vita breve.

COME SI RICONOSCE
In qualsiasi stagione la betulla si può riconoscere dal colore caratteristico della corteccia chiara. In primavera inoltre l’albero produce gli amenti, fiori maschili pendenti dalla forma allungata, e lucide eleganti foglie verdi di forma romboidale e margine dentato. Il fogliame assume toni dorati in autunno. L’albero può crescere anche producendo più tronchi dallo stesso ceppo. Perde le foglie in inverno.

LE MIGLIORI SELEZIONI
Molto apprezzata la varietà piangente, Betula pendula ‘Youngii’, mentre poco nota ma di grande fascino è la betulla a foglie porpora: Betula pendula ‘Purpurea’. Esiste anche una varietà a portamento colonnare, a chioma alta e stretta, consigliata per i viali urbani: Betula pendula ‘Fastigiata’.

COME SI PIANTA
La betulla si adatta a diversi tipi di terreno ma preferisce quelli non troppo compatti e freschi. Esposizione al sole o mezz’ombra. E’ un albero che ama il freddo e sopporta senza problemi geli anche intensi.

COME SI USA
Albero di seconda grandezza, la betulla si presta molto bene sia come esemplare isolato che per la creazione di “boschetti”. Occorre far attenzione a darle il giusto spazio poiché non ama le potature. Nella fase giovanile sopporta anche la coltivazione in grandi vasi, purché ben irrigata d’estate.

PARASSITI E MALATTIE
Se piantata nelle zone urbane con estati molto calde e aride, la betulla tende ad indebolirsi e soffrire dell’attacco di afidi rivestendosi così della tipica melata.

 

 

 

CREDITS
Con il prestigioso contributo di SIA (Società Italiana di Arboricoltura) e l’autorevole supporto della Dott.ssa Agronoma Francesca Oggionni

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