Dalla boccetta di Chanel N°5 viene fuori il gelsomino…

Chanel numero Cinque è ormai un simbolo, più che un profumo. E’ parte della vita di una donna, Coco Chanel, che ne ha fatto il suo più forte segno nella storia del costume e della moda. Ed è il gelsomino l’ingrediente principale della miscela inimitabile del profumiere Ernest Beaux, essenza capace di avvolgere in una nuvola intensa e sensuale chiunque ne venga raggiunto. Facile dire gelsomino, ma quale? E possiamo coltivarlo anche noi?

Protagonista di tanti giardini del Nord Italia sì ma soprattutto di balconi e terrazzi. Da lì discende dolcemente da una fioriera oppure si allunga su un “traillage” di legno fissato al muro. Non è un ospite invadente e non lo si nota molto durante l’anno. Adesso che è in fiore però, quando il suo profumo arriva e ci cattura, attira tutti gli sguardi (e tutti i nasi). E’ un sempreverde vigoroso e molto decorativo poiché mantiene le foglie scure e cuoiose tutto l’anno. Con il tempo può coprire vaste superfici e creare splendide schermature. Ma non è lui però il celebre ingrediente del nostro Chanel numero 5! Anzi, per dirla tutta, non è neanche un gelsomino, almeno a guardarne il nome botanico. E’ infatti chiamato spesso “falso gelsomino” o “Rincospermo” – in botanica trachelospermum jasminoides ma affettuosamente chiamato “Rinco” dagli appassionati del verde 😉 E’ lui l’alternativa più usata, seppure meno profumato, nelle zone ad inverni freddi.

E le specie delicate purtroppo sono proprio tante, in primis il gelsomino di Madame,  anzi come amava essere chiamata, di Mademoiselle Chanel: jasminum grandiflorum (che però i francesi, furbissimi, innestano sul rustico gelsomino officinale), il più profumato e ricco di essenza. Di quelli non resistenti al freddo una tra le varietà più ricercate è il gelsomino ‘Grand Duca di Toscana’ (jasminum sambac ‘Grand Duca di Toscana’) a fiori stradoppi e candidi che sembrano piccole gardenie, profumatissimo.

Ma al Nord possiamo anche utilizzare un altro gelsomino che sopporta i rigori del nostro duro inverno. Si tratta di del gelsomino officinale, jasminum officinale appunto, capace di resistere anche fino a -15° spogliandosi di tutte le sue foglie (ma non dei fusti) dalla bella forma pennata. A corolla piccola e bianca, ha fioritura lunga a partire dalla primavera e molto profumata. Si avvolge intorno a qualunque sostegno gli venga dato, cresce veloce e con il tempo può diventare un pò disordinato. Molto utile in quel caso una bella passata di cesoie a fine fioritura, per ridargli una forma.

Di questa pianta pochissimo conosciute sono le cultivar a foglia variegata, molto intriganti invece. Qualche nome: ‘Fiona Sunrise’ (chiamato anche ‘Frojas”), la forma “aurea”, a fiori bianchi e foglia praticamente gialla, che può illuminare da sola un angolo un pò buio. C’è poi Jasminum officinale ‘Argenteovariegatum’, con sprazzi color crema sulle foglie appuntite con qualche lievissimo tocco rosato qui e lì. Volete un colore un pò diverso dal solito bianco sui fiori? Ecco Jasminum officinale ‘Clotted Cream’, a fiori dolcemente crema e Jasminum officinale ‘Inverleith’, dai boccioli rosa intenso (da non confondere con il J.polyanthum, che non resiste al gelo).

Facilissimo coltivarli: vogliono sole (l’officinale regge la mezz’ombra) ma soprattutto spazio per le radici, quindi un bel vaso capiente (40 di diametro è una buona misura) e un pò di concime. Solo così riusciranno a dare il meglio di sè anche in piccoli spazi!