Da dove viene il tè verde

Dicono che fa benissimo ed è diventato di gran moda. Parliamo del tè verde, soprattutto di quello giapponese. Fino a qualche anno fa da noi non se ne vedeva, ora invece sono sempre di più quelli che magnificano il potenziale terapeutico di una tazza di tè alla orientale. Ma cosa c’è dietro tutto questo? C’è “sostanza” oppure solo appunto tanto “effetto moda”? Cerchiamo di capirlo parlando della relativa pianta.

Il tè verde è sostanzialmente una qualità di tè fatto solo con le foglie di un’unica e specifica pianta, la  “camellia sinensis”. Durante la lavorazione si presta molta cura affinchè le foglie non subiscano un processo di ossidazione (rischio costante nella produzione di tè). Più o meno, a livello mondiale, quello verde rappresenta un quinto di tutto il tè prodotto.

Il “culto” di questa pianta viene dalla Cina. Lì tutto partì qualche secolo fa. Ci sono varie qualità di tè verde, ma alla base c’è sempre la camellia sinensis. La coltivazione avviene in classiche piantagioni. Tutto tranquillamente al sole, solo a volte nelle ultime settimane si crea penombra sulle piante (questo per aumentare la produzione di amminoacidi, zuccheri e vitamina C, sostanze di cui la camellia è ricca). Il primo raccolto viene effettuato verso aprile, poi giugno e infine agosto.

Le foglie nella lavorazione del prodotto vengono essiccate, ma non vanno a finire in fermentazione. Questa è una caratteristica fondamentale, che porta il tè verde ad essere molto ricco (più degli altri tè) di un componente chimico indicato con la sigla “EGCG“. Proprio da questa sostanza vengono tutte le proprietà fondamentali del prodotto, gli effetti benefici. Il tè verde avrebbe sostanzialmente diverse proprietà di tipo curativo, così almeno si dice. Sarebbe in questo senso indicato ad esempio per chi ha problemi cardiaci o servirebbe per migliorare la glicemia e la digestione. Il “merito” quindi sarebbe della pianta descritta, ma pure della particolare lavorazione.

Per un uso di tipo terapeutico si raccomanda sempre e comunque di rivolgersi ad un medico. Non fate mai il “fai-da-te”, chiedete sempre il parere di un professionista.