Il Signor Chen è un comune cittadino milanese che ha deciso di coltivare un orto in città. Fin qui niente di strano, gli orti urbani stanno diventando di gran moda ultimamente. Se non che l’orto che ha scelto non si trova in un’area allocata, ma nelle aiuole createsi tra i posti auto a spina di pesce del quartiere. Sono spiazzi incolti di 8-10mq tra le macchine destinati, presto o tardi, a riempirsi di erbacce e rifiuti.
Milano, si sa, con i cinesi ha un rapporto ambivalente. Si tratta di famiglie che ormai abitano in città da molto tempo, con generazioni nate in Italia sin dalla culla, ben integrate dal punto di vista economico ed estremamente produttive. D’altra parte, come sempre succede quando si forma una corrente migratoria di questa portata (vedi i quartieri italiani in America), a Milano è sorta una vera e propria “Chinatown” che funziona e vive spesso con regole proprie. Inevitabilmente questa convivenza ogni tanto produce attriti, a maggior ragione in tempo di crisi, che aumenta il sospetto nei confronti di un’economia aggressiva e di un popolo in definitiva assai misterioso. Il caso del Signor Chen ci dà l’opportunità però per una piccola riflessione. Anche noi italiani abbiamo portato il nostro stile di vita e le nostre idee nei paesi in cui siamo immigrati e non sempre l’accoglienza è stata immediata e senza remore. Ma con il tempo ci siamo fatti conoscere ed apprezzare: del resto è appunto questa la ricchezza che proviene dal contatto con popoli differenti. Che cosa possiamo dunque imparare dal Signor Chen?
In pratica lui inconsciamente ci sta stimolando, con il suo semplice gesto, a riappropriarci degli spazi urbani. Meglio ancora del Guerrilla Gardening (ricordate?), ha adottato un micro pezzetto di Milano e l’ha reso bello, senza spese per gli altri. Perché il Comune avrebbe comunque dovuto provvedere al diserbo o comunque alla manutenzione, prima o poi. E ricordiamoci che i soldi, al Comune, siamo noi cittadini a darglieli. Non è neanche il primo a farlo. In alcune antiche vie di Bergamo Alta si coltivano carote e insalata nelle aiule rialzate ai bordi della strada, rendendole estremamente decorative e utili per il quartiere.
Ora come ora, in tre degli spazi isolati tra il cemento dei posti auto spuntano rigogliose piante di zucchina, che danno fiori e frutti tra i tubi di scappamento cittadini. Le lamentele dei soliti scontenti sono subito incominciate. Ma non si capisce che cosa c’è di male nel rendere produttiva un’area che di suo non farebbe che imbruttire il decoro del quartiere. Il signor Chen deve solo impegnarsi a coltivare gli ortaggi in modo da non ostacolare il passaggio di macchine e pedoni. Oppure sarà il bel cesto di splendidi fiori di zucchina a infastidire tanto i suoi vicini di casa? 😉