La pianta testimone di un delitto

Cercando materiale sulla Rete in merito all’affascinante argomento che ho trattato nel post a proposito di piante che parlano, mi è stato segnalato (grazie Raffaella!) che esiste addirittura una vecchissima fiction, “La traccia verde”, che la Rai trasmise in cui una pianta, una dracena in particolare, era l’unica testimone di un atroce delitto: molto curiosa la dettagliata scheda del film, che potete leggere su Vicolostretto.net L’idea tra l’altro prendeva spunto da una serie di esperimenti reali, che sono parte della storia dello studio della reazione delle piante agli stimoli esterni, fino al punto da teorizzare una sorta di emotività vegetale.

Lo sperimentatore in questione è un americano, Cleve Backster, che attaccò i sensori del poligrafo alle foglie di una dracena, classica pianta d’appartamento, notando delle variazioni elettriche che potevano indicare delle reazioni alla percezione di particolari eventi (l’avvicinamento di una persona, l’innaffiatura ecc.). La comunità scientifica non diede mai molto peso alla sua teoria della percezione vegetale, considerandola una speculazione fantasiosa e immaginifica. E’ possibile approfondire l’argomento, oltre che in Rete, con un libro che parla di questo e di molti altri studi che, in tutto il mondo, hanno affrontato il delicato argomento: si tratta di “La vita segreta delle piante” di Peter Tompkins e Christopher Bird.

Di sicuro un approccio di questo tipo affronta un’ardua questione: se si accertasse che le piante sono esseri dotati di emotività, sarebbe ben difficile continuare a considerarle degli oggetti e gestirle come un articolo di arredamento, come facciamo oggi… e naturalmente, come ai tempi del film, ci sarebbe un altro boom nella vendita delle dracene 😀