Qualche tempo fa era arrivato l’annuncio trionfale: “Abbiamo creato la rosa blu!” Gli inventori della rosa che fino ad allora era il “santo graal” degli ibridatori di tutto il mondo sono, neanche a dirlo, giapponesi. La “Suntory” insieme alla “Florigene”, azienda australiana, è riuscita, con tecniche di ingegneria genetica, a creare una rosa OGM che ha (o dovrebbe avere) il colore più ricercato e raro nel mondo vegetale. La rosa, che entrerà di fatto ora in commercio, si chiamerà “SUNTORY blue rose APPLAUSE” ma… beh, c’è un problema: in effetti la rosa in questione sembra più viola che blu, quindi la ricerca non si esaurisce qui…
Gi inventori dichiarano però che i petali della corolla di ‘Applause’ contengono quasi il 100% del prezioso pigmento, assente nelle rose naturali. Qui sta il bello. Il lavoro della Suntory in pratica ha dato vita ad una rosa che ha “in potenza” i numeri per diventare blu per davvero – come quella ritoccata nella foto qui a fianco – a livello genetico, ma questa capacità non si è ancora espressa appieno in questa varietà. Quindi ovviamente il sogno continua.
Ma da dove è arrivato esattamente questo colore così inconsueto? Il responsabile è un gene presente nelle viole, inserito artificialmente nel patrimonio genetico della rosa. I giapponesi però non si fermeranno alla rosa blu che entrerà in commercio in Giappone il tre di novembre di quest’anno e che quindi, si può presumere, arriverà presto in vendita anche da noi.
Si dice già che si stiano dando da fare per creare fiori fluorescenti, capaci di brillare nel buio: inseriranno nel DNA delle piante i geni presenti in alcuni pesci di profondità, che danno loro questa incredibile capacità. Del resto l’idea non è nuova: nei negozi per acquari si trovano a volte in vendita i Glofish, piccoli danio OGM – pesciolini d’acqua dolce molto resistenti della specie brachydanio rerio o “zebra fish”- che hanno subito lo stesso trattamento utilizzando geni estratti da coralli, anemoni marini o meduse bioluminescenti.