Adesso è il suo momento di gloria, quando dai suoi rami pendono frutti rosso-rosati che somigliano a grosse mele dalle romantiche tinte invernali in mezzo ad un fogliame splendidamente dorato. E’ una presenza storica, di buon auspicio perché simbolo di fertilità, che siamo abituati a vedere nei vecchi giardini dove viene piantato da tempo. E’ infatti da sempre ammirato per l’arancio neon dei suoi fiori, la bellezza, la bontà dei suoi frutti – il cui succo può diventare un raffinato ingrediente in cucina – e la brillante veste autunnale, che sfoggia a settembre-ottobre qui al nord.
In giardino si sviluppa come un grosso arbusto che arriva ai 3-4 metri, con tanti rami che partono dalla base e si caricano di eleganti foglioline di un verde luminoso. Con il tempo però il Punica granatum, questa è la sua denominazione botanica, diventa un piccolo albero non molto alto, in genere quelli molto vecchi si attestano sui 5 metri, dalla forma armoniosa. Considerate le sue origini asiatiche, non ama molto il freddo, soprattutto quello umido lombardo ma resiste molto bene qui da noi anche se l’ambiente non gli è del tutto favorevole. Grazie alla sua bellezza e le molteplici attrattive gli perdoniamo volentieri qualche piccolo inconveniente: è infatti una pianta che si spoglia precocemente delle sue belle foglie in autunno, soprattutto nelle giornate di vento freddo, e “riparte” molto lentamente a primavera, rimanendo a lungo denudato.
Si sviluppa al meglio in piena terra, tenendo presente l’accortezza di aggiungere della sabbia nella buca di impianto, in modo da favorire un drenaggio efficiente e scongiurare i ristagni dell’umido invernale. Il melograno però si adatta anche a grossi vasi o vasconi poiché di crescita lenta: quindi è possibile coltivarlo con successo anche in terrazzo. Tenete solo presente che in queste condizioni, come tutte le piante allevate in contenitore, le sue esigenze idriche, molto contenute, in estate aumenteranno nettamente. Ama il sole, che favorisce la fioritura a giugno-luglio e quindi la creazione dei bei frutti alla fine di agosto-settembre. Per aiutarlo a combattere meglio il freddo, si può posizionarlo davanti ad un muro caldo.
Tra le varietà più interessanti, che privilegiano però l’aspetto dei fiori a scapito della fruttificazione, c’è quella a fiori doppi (Punica granatum ‘Flore Pleno’) e quella con fiori bicolori con una splendida variegatura bianca (punica granatum ‘Legrellei’), quest’ultimo piuttosto raro. Ancora più introvabili altre varietà come ‘Alboplena’ – a fiore bianco, ‘Variegata’, ‘Toyosho’ – ibrido giapponese a fiore salmone, come del resto ‘Nochi Shibori’ a fiori e frutti grandi. Molte varietà lungo gli anni si sono perse purtroppo, perché alcune caratteristiche interessanti espresse negli individui non si trasmettono geneticamente alla discendenza. Molto usato nei nostri giardini anche il melograno nano (Punica granatum var. nana), una pianta di facile reperibilità adatta a piccoli spazi e siepi caduche, che fiorisce e fruttifica in “miniatura” e si adatta al vaso, alla terra piena e anche alla coltivazione bonsai, che ne apprezza la corteccia.