Il più grande museo del mondo sarà …sott’acqua

Un uomo seduto alla sua scrivania, intento a battere una lettera su una vecchia macchina da scrivere. Un girotondo di bambini che si tengono per mano. Un ciclista, impegnato in un’ardua corsa. Tutti… in fondo al mare. Sono le opere di Jason de Caires Taylor, che creerà il museo più grande del mondo nei fondali del mare messicano.

400 statue di figure umane a grandezza naturale troveranno posto in fondo al mare del Messico, precisamente nella penisola dello Yucatan, emblema della famosa “Costa Maya”, dove le rovine della grande civiltà scomparsa si sposano con un mare da favola, per la gioia dei turisti. Le prime quattro opere saranno collocate nel mare del Parco Marino Nazionale di Cancun, Isla Mujeres and Nisuc in novembre ed entro in 2010 si completerà la prima trance di 250 figure, ispirate al mondo contemporaneo come a quello della cultura maya. L’artista a capo di questo “museo” sommerso è Jason de Caires Taylor, scultore non certo nuovo a questo tipo di esperienze.

Basta dare un’occhiata al suo sito internet,  www.underwatersculpture.com per ammirare le sue opere “affondate” nelle acque di tante parti del mondo. Le statue saranno costruite in calcestruzzo, per facilitare l’insediamento di coralli e organismi marini, espressamente previsti nell’opera, che si chiamerà “Evoluzione silenziosa”. Sarà infatti nell’ovattato universo marino che pesci, molluschi e invertebrati si approprieranno lentamente dell’esercito di statue e le trasformeranno in popolati “condomini viventi”, esattamente come succede con qualunque relitto dimenticato da noi uomini tra le sabbie delle vaste profondità del mare.

Ma perché il Messico ha deciso di creare un museo simile? L’idea è quella di dar vita ad un’attrazione che sposti su di sè l’attenzione di una parte del turismo concentrato ora sulla barriera corallina messicana. Il museo sarà collocato a bassa profondità, in modo da poter essere visitato agevolmente. La barriera infatti soffre di troppa pressione commerciale, e cresce ogni anno. Il museo potrebbe dar “fiato” ai coralli, disturbandone meno lo sviluppo.