Attenti! Ora la finanza speculativa
si traveste di “verde”

La prossima “bolla finanziaria”, in bui tempi di crisi, potrebbe essere tutta “verde”. Frutto delle buone intenzioni e dei nostri sensi di colpa verso l’ambiente. Il comune cittadino cerca un modo per rendere pari a zero l’impronta ecologica delle proprie attività, come prendere un aereo o andare a mangiare al ristorante, e le aziende ci speculano su. Ma come può accadere?  E’ il meccanismo delle “carbon offset”, cedole di credito “ambientaliste”, di cui si è già cominciato a parlare peraltro anche sui giornali.

Le carbon offset sono in pratica cedole “verdI”, e stanno pian piano entrando nell’offerta dei prodotti finanziari più disparati negli USA. E non c’è un mercato che le regoli. Si presentano dunque come una possibile frontiera per speculare sull'”eco-ansia” della gente. Ecco come funzionano. Le “carbon offset” vengono offerte per la creazione o lo sviluppo di progetti di protezione dell’ambiente. Ce ne sono per vari importi. Il cittadino le paga, pensando di alleviare il proprio “carico” inquinante, e si sente più a posto con la coscienza. Ma pagare non vuol dire ricevere.

Il problema è che può succedere che quello che viene pagato verrebbe realizzato comunque, sulla spinta di nuove leggi o di semplice convenienza: è il caso per esempio delle centrali elettriche cinesi a carbone che devono essere riconvertite. Finisce quindi che quei soldi diventano solo fonte di speculazione. Puro guadagno per queste società, dunque. Non solo.

I progetti che pubblicizzano intenti ambientalisti fanno immagine per l’azienda che li promuove, ma che garanzia c’è che funzionino davvero? D’altra parte va detto che molti di quei progetti sono validi e preziosi, aiutano popolazioni in difficoltà a crearsi una propria economia o spingono all’innovazione tecnologica sui territori ancora pochissimo esplorati delle energie rinnovabili. Vale dunque la pena di aderire a questo tipo di proposte “offset” solo se sono certificate da associazioni ecologiche di fama internazionale. Augurandosi che la finanza si faccia presto carico di creare uno standard con un codice di regole che impedisca la crescita di una nuova bolla speculativa, stavolta travestita di verde. Considerando quanto ci è costata questa, andrebbe solo ad impoverire (e beffare!) ulteriormente i cittadini oltre che, come sempre, ad arricchire le banche.