Una ricerca effettuata dalle fondazioni FareFuturo e Symbiola, presentata in occasione del convegno “Green Italy” tenutosi in questi giorni, ha evidenziato che in Italia la cosiddetta “green economy” è in piena spinta. Di questo passo si prevedono nei prossimi 5 anni fino ad un milione di nuovi posti di lavoro. Ma la cosa più interessante che risulta dai dati sono i settori più innovativi, in tema di tecnologie ambientali, del Bel Paese. Le sorprese infatti non mancano anche per aree considerate tradizionalmente bacino delle attività più inquinanti dell’uomo.
Un esempio? Le concerie: è in atto una messa al bando dei prodotti chimici che si usano per trattare le pelli. Un altro esempio: la nautica. Tralasciando casi particolari come il motoscafo “Earthrace”, anche nel settore delle barche si sta tentando di ridurre l’impatto ambientale delle imbarcazioni, migliorando i combustibili, riqualificando i porti esistenti e promuovendo pisti barca a impatto “0”.
La moda fa la sua parte con il trend in crescita dei tessuti biologici e con un marchio, Cardato Regenerated CO2 neutral, garantito dalla Camera di Commercio di Prato, che indica i tessuti ad impatto ambientale nullo. Un primato “verde” poi anche per la produzione di rubinetteria: Italia e Germania sono le uniche al mondo a produrre rubinetti e valvole interamente senza piombo.