Sono leggeri, aerei e di un azzurro-lilla luminoso che li fa spiccare sui gialli e i rossi tipici della stagione autunnale. Sono i fiori della rabdosia longituba, una pianta estremamente rara che da pochissimo viene venduta anche in Italia grazie al lavoro di due entusiasti vivaisti, Roberta ed Enrico, i proprietari de “Il Peccato Vegetale”, che l’hanno portata alle fiere di giardinaggio facendola conoscere al grande pubblico. E va a ruba, perché fiorisce proprio tra settembre e ottobre, subito dopo gli ultimi settembrini. Fiori&Foglie è andata a fare due domandine veloci a questi curiosi “cacciatori” di “gioielli” vegetali.
Una risata contagiosa, una memoria prodigiosa e la continua ricerca di nuove specie e varietà: questi sono i fattori che più distinguono il lavoro di Roberta Marchesi ed Enrico Riva, uniti nella vita come nel lavoro da una grandissima passione per le piante. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Roberta, prima di tutto ti chiedo: perché dovremmo trovare posto in giardino per questa pianta?
La rabdosia longituba è un’erbacea perenne che fa parte della famiglia delle salvie. La sua particolarità è che fiorisce in un periodo abbastanza avaro di fiori, ovvero l’autunno. E’ una pianta insolita e si fa subito notare per il colore dei suoi fiori, difficile da definire: si può descrivere come un bel azzurro-viola molto attraente. In giardino la si può associare con altre piante che fioriscono nello stesso periodo: per esempio con gli anemoni giapponesi (anemone japonica) bianchi o rosa, oppure anche con ortensie, cimicifughe o comunque erbacee perenni di una certa dimensione. Va infatti considerato che in terra la rabdosia raggiunge il metro d’altezza, persino il metro e mezzo in autunno, se piantata a primavera.
Interviene Enrico, che ci fa notare che la rabdosia è stata premiata come “Pianta novità” nel 2006 in Francia. L’ha presentata Thierry Delabroye, vivaista francese, a Courson (ndr. una delle più importanti mostre-mercato d’oltralpe). E ci racconta:
“In realtà Delabroye l’ha proprio scoperta, questa specie: ci si è imbattuto durante un viaggio in Giappone. Ma non è ancora diffusa, nemmeno in Francia, tanto è vero che i francesi alla mostra di Masino sono venuti a comprarla da noi! Del resto era impossibile resistere: quest’anno il nostro stand – in cui l’abbiamo accompagnata con i tricyrtis (ndr. altra erbacea perenne molto interessante) era interamente viola-azzurro!”
Ok, la pianta ha molte qualità intriganti, ma come si coltiva?
Guarda Daniela, la rabdosia non ha grandissime esigenze. Vuole terreno abbastanza ricco, anche integrato con un pò di concime organico. Non ama il secco, è meglio tenerla sempre leggermente umida. L’esposizione ideale è un posto dove non arriva il sole cocente dell’estate. Perfetto se ha mezza giornata di sole, meglio ancora se è quello del mattino. Ha le stesse esigenze dell’anemone, pianta da mezz’ombra con cui si accompagna. Un pò di sole ci vuole per favorire una fioritura più intensa, ma fiorisce anche all’ombra e mantiene meglio il fogliame, al riparo dalle scottature estive.
Si può tenerla in vaso sul balcone o in terrazzo?
E’ coltivabilissima in grossi vasi: si parte da un vaso di 25cm di diametro per arrivare ad uno finale, tondo, anche di 50cm di diametro. Lo occuperà tutto. Meglio ingrandirlo gradualmente però, poco per volta, rinvasando a primavera. Se la si tieni in vaso, è utile aggiungere una manciata di concime a lenta cessione, essendo pianta molto vigorosa.
Ci sono problemi con il gelo del Nord Italia? E quanto dura la sua fioritura?
La rabdosia sopporta molto bene il freddo intenso: con noi ha superato egregiamente i -10°C, ma alcuni clienti l’hanno testata fino ai -12°C e non ne ha risentito. Del resto in inverno rami e foglie spariscono completamente: rimangono solo le radici nel terreno. Si può mettere in superficie uno strato difoglie o corteccia. A primavera germoglia, fa foglie, cresce fino ad autunno e poi fiorisce. La fioritura dura da fine settembre a metà novembre: ottobre è il clou. Quest’anno poi, con un clima così mite, la stagione le è particolarmente favorevole. Nessuna malattia e parassita, per quel che abbiamo potuto registrare in vivaio.
E’ necessaria qualche potatura, secondo te?
Con gli anni produce un legno basale, che non va mai tagliato. Se la si vuole riprodurre, viene tranquillamente da seme e fiorisce già al primo anno ma io consiglio sempre la talea, mooolto facile, da fare in primavera. Basta infilare un rametto nel terreno, come si fa con le salvie da fiore. Per quanto riguarda la potatura, non è fondamentale perché la rabdosia si ramifica da sola. Si puoi cimarla più volte fino a massimo giugno inoltrato, per tenerla più compatta e darle una bella forma.
Risorse web
Il sito del vivaio “Il Peccato Vegetale”: www.ilpeccatovegetale.com