In queste lunghe giornate le temperature si sono nettamente rinfrescate e la pioggia insiste a farci dimenticare che è primavera. Come però reagiscono le nostre piante a questo maltempo? In vaso come in terra, la pioggia è un toccasana per la maggior parte delle piante. Quando però la quantità d’acqua comincia a diventare ingente, ci sono un paio di accortezze da prendere per evitare possibili danni: vediamo quali.
Il principale nemico delle piante in contenitore (per esempio i classici gerani nelle fioriere) esposte a molta pioggia su balconi e terrazzi è l’asfissia radicale. La carenza di ossigeno alle radici è indotta dall’acqua che, quando diventa troppo abbondante, occupa tutti gli spazi disponibili nella struttura del terriccio, saturandolo. In terra piena il problema incide meno, perché l’acqua ha modo di disperdersi. Ma in vaso, dove la quantità di terriccio è limitata e costretta, questo eccesso, se si protrae, può infastidire la pianta, soprattutto se parliamo di specie che non amano stare “a bagno” per lunghi periodi oppure di substrati poco drenanti che contengono tanta torba, che trattiene l’umido (tipico problema delle piante appena acquistate).
Se non possiamo spostare le piante sensibili all’eccesso idrico sotto una superficie riparata, possiamo però eliminare i sottovasi, che rimangono a lungo pieni d’acqua anche quando cessa la pioggia. Per facilitare ulteriormente il defluire dell’acqua, possiamo poi sopraelevare i vasi, rialzandoli leggermente con un semplice mattone, controllando il fondo del vaso con le dita per capire se i fori di drenaggio sono otturati. In caso sia successo, per esempio a causa dell’argilla espansa che abbiamo messo quando abbiamo composto la fioriera, con un punteruolo possiamo spingere di lato la pallina che fa da “tappo”, in modo che l’acqua scorra via più agevolmente. Dopo vari giorni di pioggia, non bagneremo più le piante fino a che il terreno non si asciugherà quasi del tutto.
A volte piogge insistenti in primavera lasciano spazio a sprazzi di forte sole quasi estivo e temperature afose. Controlliamo dunque bene il fogliame, soprattutto quello delle rose. La forte umidità e la poca ventilazione in questo periodo possono favorire malattie tipiche di queste piante, soprattutto crittogamiche – come mal bianco (in foto), ticchiolatura e botrytis, o muffa grigia – generate dall’attacco di funghi, su cui è meglio intervenire tempestivamente, pena la perdita quasi totale delle foglie e spesso anche dei preziosi boccioli.