Le rose che durano quattro anni (senz’acqua)

Quando le vedi per la prima volta, diresti che le hanno appena colte da un giardino la mattina stessa. Le morbide corolle non mostrano sofferenza alcuna per essere state brutalmente separate dalla piante che le hanno prodotte. Con una differenza sostanziale. Queste rose non sono state tagliate qualche minuto fa  bensì… anni addietro. E’ questo il “miracolo” dei fiori stabilizzati. Incontrandoli al Flormart 2010 (gli scatti che vedete qui sono stati fatti al loro stand), abbiamo parlato di questa tecnica con Carlo Manso di  Fiori&Colori , una delle aziende che ne hanno fatto il proprio business in Italia. Ecco cosa ci ha detto…


Gli italiani, e il mercato lo impara ogni giorno a suo spese, non sono grandi fan del fiore reciso. Solidi risparmiatori, spendono poco volentieri per beni di brevissima durata come i fiori freschi: li comprano giusto nelle occasioni speciali, ma nella vita di tutti i giorni sono un’eccezione e certo non una regola. Ma forse il discorso potrebbe cambiare…

Sig. Carlo, questi fiori sembrano freschissimi e invece sono stabilizzati. Cosa significa?
Sì, quelle che lei sta osservando sono rose stabilizzate. In altre parole i fiori sono stati sottoposti ad un processo che, pur mantenendo inalterato il loro aspetto, ne prolunga per un tempo lunghissimo la durata.

E’ incredibile l’aspetto che hanno!
In effetti è proprio questo che li rende speciali: tutta un’altra cosa rispetto ai classici fiori artificiali. Anche quelli di qualità, seppure durano all’infinito, non possono competere con il fiore stabilizzato, che mantiene tutto il fascino del fiore fresco.

Ma quanto può durare un fiore stabilizzato?
Guardi, se viene conservato nelle giuste condizioni, arriva anche ai quattro anni. Occorre però qualche attenzione: in particolare la nemica numero uno di un fiore stabilizzato è l’acqua e l’umidità in genere. Inoltre è meglio evitare il sole diretto, che potrebbe bruciare i petali o comunque gli elementi atmosferici in genere.

Niente acqua né sole: proprio il contrario di quello che richiederebbe una rosa viva…
Precisamente. Perché in effetti il fiore non è più vivo: potremmo definirlo “mummificato”, fermato in una condizione di stasi che lo immortala nel suo momento di maggior vigore e pienezza.

Ma come funziona questa tecnica? Come si riesce ad ottenere una rosa che si conserva così a lungo ma che sembra fresca?
Il brevetto nel nostro caso è colombiano. Si tratta di sostituire la parte liquida che si trova all’interno del fiore con dei composti chimici che non ne alterino consistenza e bellezza ma che blocchino la crescita, e dunque la naturale decadenza della corolla. E’ un processo che richiede tempo perché va fatto gradualmente, e con il giusto mix di sostanze, per dare un risultato di qualità. I fiori, una volta stabilizzati, dovranno poi rimanere lontano dall’acqua per evitare che queste sostanze si diluiscano all’interno dei tessuti vegetali.

Questa operazione si può attuare su tutti i tipi di fiore?
Noi offriamo soprattutto rose, garofani e calle ma abbiamo anche orchidee, gigli, ortensie ed iris. Questa tecnica peraltro ci permette anche di modificare in modo consistente il colore dei fiori: per esempio creando rose totalmente nere, di un profondo blu cobalto, color caffé o simili. Anche se le preferenze vanno di solito a rose dai colori naturali.

Qual è l’utilizzo a cui sono destinati questi fiori?
Noi li proponiamo ai fioristi: il fiore reciso fresco quanto può durare? Una, due settimane? Certo non anni! Una composizione che impiega questo genere di fiore invece offre bellezza e interesse a lungo senza alcuna controindicazione. Unica attenzione: se s’impolvera, mai metterlo sotto l’acqua! Basta spazzolarlo con delicatezza o impiegare un phon ad aria fredda con velocità al minimo: tornerà perfetto per molto molto tempo. Di sicuro anche per i clienti finali, è una spesa che si ripaga da sola…