L’orto d’inverno? Appendiamolo alla finestra!

Fuori freddo e gelo imperversano. Ma un pollice verde non si ferma di fronte al meteo avverso. E c’è chi ha deciso, molto seriamente, che bisogna inventarsi nuovi metodi, non per avere fiori, ma per avere verdure fresche tutto l’anno. Con o senza pollice. E anche quando fuori nevica. L’idea è questa: sfruttare gli spazi, contenuti e spesso sfortunati, di cui dispone un comune appartamento di città, come una finestra per esempio. Ed ecco che nasce l’orto verticale idroponico

L’idea si è diffusa in Rete come un virus e molte persone in vari luoghi del mondo, tra cui scuole e università, hanno accettato la sfida: “windowfarm” ovvero auto-produrre ortaggi d’inverno in città e poi parlarne insieme (sul sito www.windowfarms.org), confrontando successi ed insuccessi, migliorando la tecnica, verificando le ipotesi e la crescita delle piante.

Il principio alla base in apparenza è semplice: fornendo le sostanze necessarie, le piante, anche in spazi delimitati e in assenza di terra, possono dare frutti e foglie. Occorre però rispettare determinate necessità, prima di tutto la luce, che in inverno a certe latitudini può essere molto scarsa. La struttura dell’orto verticale da finestra prevede dunque un collegamento elettrico per un’illuminazione aggiuntiva tramite lampadine speciali.

I contenitori per gli ortaggi consistono in bottiglie riciclate: la soluzione nutritiva circola tra i contenitori grazie a tubi sottili che creano un circuito chiuso, che prevede pompe, ossigenatori e pochi altri accessori. La chiave però è la chimica delle sostanze impiegate, da dosare attentamente per ottenere una crescita salutare degli ortaggi. Non facile è vero, ma sicuramente una sfida stimolante e una frontiera “verde” tutta da scoprire.

Allo studio anche il design dell’orto da finestra, per fare in modo che il sistema non sia troppo costoso né complicato, così che chiunque possa costruirlo utilizzando un semplice kit. Non sarà forse la soluzione alla sfida del cibo, ma di sicuro potrà portare esperienze interessanti e punti di vista diversi da quelli della produzione alimentare così come la conosciamo.