Inserire un gene del sedano nel corredo genetico della rosa per permettere al fiore di difendersi meglio dalla botrite (Botrytis cinerea), una delle principali malattie di questo splendido ma cagionevole arbusto: l’idea è di un gruppo di studiosi della North Carolina University (Usa).
Alcuni patogeni fungini responsabili delle infezioni delle piante producono mannitolo, un alcol-zucchero che interferisce con la capacità della pianta di bloccare la botrite o “muffa grigia”, malattia che rende i petali molli e compromette lo sviluppo dei boccioli.
Nel tentativo di far vivere le rose, soprattutto dopo la raccolta, più a lungo, John Dole e John Williamson hanno inserito nel Dna delle rose un gene chiamato mannitolo deidrogenasi, estratto dal sedano, affinché la pianta sia in grado di difendersi maggiormente dalla botrite: “Questo gene si trova in natura in molte piante, ma è ancora incerto se la rosa ce l’abbia – spiega Williamson – e se ce l’ha, non produce abbastanza enzimi per contrastare la botrite”.
Funzionerà?? Non lo sappiamo, speriamo però che la corsa a rose più sane e dunque più facili da coltivare prenda sempre più piede…!