La polemica si ripresenta, quest’anno come l’anno scorso: il Festival dei fiori si fa senza fiori. Unico spazio risicato per la loro presenza: i bouquet. Che però sono ben lontani dal rappresentare la famosa Sanremo, tradizionale patria di famiglie di vivaisti e dove spuntano serre ad ogni angolo colme di piante e corolle. Insomma, ci risiamo. Cristina Banaudo, presidente dell’Ucflor (Unione Cooperativa Floricoltori della Riviera) osserva: “Si dice sempre che i fiori possano creare problemi alle scenografie moderne. Io credo che un giusto equilibrio si possa trovare, e che i fiori si possano adattare alle tecnologie del 2000, basta volerlo tutti ed iniziare a studiare le soluzioni per tempo e non all’ultimo. Anche i fioristi sono artisti ed hanno evoluto le loro tecniche”. Insomma, i fiori non sono certo incompatibili con il design moderno.
E i bouquet (composti ieri da mimose, garofani – abbinamento sfruttato, anche l’anno scorso – e anemoni, creati dalla fiorista Elena Bindi di Bucine, Arezzo), pur realizzati secondo il volere di scenografi e registi in tinta con gli abiti delle primedonne, non possono certo bastare. Ed erano pure piccoli, come una puntuale battuta di Luca e Paolo non ha mancato di rimarcare (e ancora nella serata di ieri una nota ironica). “Bouquet della crisi”, insomma, per la Sanremo dei fiori 2011.
Ma per il regista del Festival, il genovese Duccio Forzano, invece va benissimo così. I bouquet bastano (e quasi avanzano) secondo lui, al Festival della Canzone. Di parere nettamente opposto Alberto Biancheri, consigliere comunale ed ex Assessore alle Attività Produttive del Comune di Sanremo che dichiara fermamente che”La promozione del fiore di Sanremo non può essere così limitata”.