E’ in fiore ora il giardino verticale più grande d’Europa

Avete sentito parlare di giardini verticali e pareti verdi, ma non li avete mai visti? Se vi trovate a Milano e dintorni, è l’occasione buona per vedere il più grande giardino verticale costruito nel Belpaese (e non solo). E strano a dirsi, non è un’opera pubblica o una dimostrazione per un evento effimero: si tratta proprio della facciata intera di un enorme centro commerciale, il Fiordaliso di Rozzano, a due passi da Milano.

Progettata dall’Architetto Francesco Bollani – per la società Sviluppo&C. – in collaborazione con i Vivai Peverelli, l’immensa parete verde che copre 1250mq di superficie è stata inaugurata l’anno scorso ed è diventata presto simbolo di innovazione e della voglia di proporsi in un nuovo modo al pubblico. Il giardino verticale realizzato val bene una visita (soprattutto ora che è in fiore, in anteprima le immagini!), a cui abbinare, perché no, anche la spesa! Per realizzarla, sono state impiegate ben 44mila piante di 200 specie diverse: tra loro anche molte erbe ornamentali. Fiori&Foglie però voleva saperne di più: abbiamo quindi rivolto all’Architetto Bollani qualche domanda per conoscere più da vicino quest’opera. Ecco cosa ci ha raccontato…

Architetto, come avete deciso di creare questa immensa parete verde?
La prima cosa che abbiamo fatto è andare in Francia a Montpellier, a vedere come i francesi, sulla scia delle opere di Patrick Blanc, creano i loro giardini verticali. Dovevamo capire se il risultato poteva adattarsi a quello che avevamo in mente. Scelto il sistema (GreenWall), ci siamo resi conto che avremmo dovuto apportare alcune modifiche: sia per il clima (la posizione del Fiordaliso di Rozzano è molto esposta sia al gelo che al forte sole estivo), più duro di quello francese, sia per l’impatto estetico. I francesi utilizzano molte piante particolari e dall’effetto naturalistico. Noi cercavamo qualcosa di più decorativo.

Quindi Architetto, come avete realizzato la parete?
Prima di tutto abbiamo escluso subito il sistema delle “tasche” utilizzato anche al Café Trussardi da Blanc: non si adattava al nostro caso. Abbiamo dunque optato per delle cassette metalliche, leggere, resistenti all’acqua e in grado di facilitare la manutenzione. Ne abbiamo utilizzate 11mila. Come “terriccio” per far crescere al meglio le piante in una posizione verticale, abbiamo utilizzato lo sfagno cileno, una fibra che non marcisce anche se a contatto continuo con l’acqua. Le piante vivono su questo tipo di muschio facendo crescere le radici senza contatto con la terra. Abbiamo sperimentato l’intera parete per un anno prima di comporla in loco, per verificare la corretta crescita delle varie specie vegetali.

Come vengono annaffiate, queste piante che vivono così, “appese”?
La parete ha un impianto goccia a goccia che, grazie a sottili canaline che raggiungono ogni cassetta, porta l’acqua direttamente vicino alle radici, senza sprecarla. Un giardino verticale di questo tipo del resto beve molto: per questo abbiamo installato 2 cisterne per l’acqua piovana da 800metri cubi interrate sotto l’edificio. L’acqua piovana viene filtrata, desabbiata e utilizzata anche per l’irrigazione del verde circostante. Dopo l’annaffiatura della parete l’acqua residua ammonta a meno di 10 litri.

Che tipo di piante avete utilizzato, per creare questo giardino verticale?
Abbiamo optato per piante robuste e quasi infestanti, capaci di resistere a difficili condizioni ambientali. Abbiamo lasciato perdere quelle poco decorative preferendo molte varietà di piante grasse come i Sedum e molte erbe ornamentali resistenti e coprenti. I francesi ci avevano consigliato le fragole, che pure non avrebbero avuto problemi ad adattarsi, ma lo dico: avevamo paura che qualche cliente scalasse la parete per raccoglierle…!