Lui è un killer professionista. Venuto da fuori, non teme nulla e nessuno. E le sue stragi lasciano il segno. Stiamo parlando del Tarlo asiatico, un insetto che divora gli alberi, soprattutto latifoglie e agrumi (pure buongustaio insomma!), dall’interno. Non ci sono insetticidi né antidoti, e lui si è già mangiato 18mila piante, oltre ai 12milioni di euro più altri 5 e mezzo stanziati per combatterlo dal giorno del suo fatidico arrivo, alcuni anni fa. L’ultima risorsa in ordine di tempo? Addestrare cani segugi, capaci di stanare il tarlo con il naso. E abbattere gli alberi che ha infestato con la sua famelica prole…
I quattro moschettieri a quattro zampe sono loro: Andor, Aline, Jacky e Jolly, arrivati per direttissima dai centri di ricerca di Vienna e Lebring. Due bastardoni e due bracchi austriaci addestrati in loco da Ute Hoyer Tomiczek della protezione forestale viennese in collaborazione con la Fondazione Minoprio per fiutare, cacciare e trovare il nemico numero uno di boschi, parchi e vivai.
Il killer (nome scientifico: Anoplophora) ha abitudini note: una passione inarrestabile per il legno degli alberi che tritura con le possenti mandibole. E riconoscerlo è piuttosto immediato: non assomiglia molto ai nostri insetti casalinghi, oltre ai 2-3 centimentri, le sue lunghissime antenne, le zampe bluastre e la livrea dalmata rendono il suo aspetto piuttosto esotico. E i posti che frequenta sono anch’essi purtroppo molto noti: adora la Lombardia, particolare Milano, Varese e Brescia! Ma stanarlo, soprattutto quando è ancora un uovo o una larva devastatrice, non è affatto facile. Ce la farà la task force canina ad individuare il killer tra tronchi e fronde, prima che decida di assaggiare gli alberi del resto d’Italia?
Gli amici a quattro zampe faranno il possibile ma anche noi cittadini possiamo dare una mano: il Servizio fitosanitario della Regione Lombardia ha messo a disposizione una mail per eventuali segnalazioni o richieste di informazione: tarloasiatico@regione.lombardia.it